NAPOLI - Un grande bluff, vergogna. Non è per una questione di soldi, ma per le grandi manovre svolte sottobanco, bruciando amore, entusiasmo e passioni. Imperdonabili: da Nicolas Higuain al Pipita che dall’America raccomandava ai tifosi della squadra del cuore di “restare tranquilli”, a Marotta, a don Aurelio, un cast di infelici attori, anche protagonisti della sceneggiata dopo la riunione in Lega, a cui ha fatto seguito l’importante proclama dettato dal patron e pubblicato sul sito ufficiale, facendo il giro del mondo: “Aspettiamo Higuain a Dimaro lunedì 25 luglio, come da programma…”, se la potevano risparmiare sul fronte azzurro, un’altra nota stonata ricca di improbabilità e diffusa mentre l’attaccante in Spagna si sottoponeva alle visite mediche pro-Juve, dopo il violento e volgare sgarbo del patron in conferenza stampa: “Stavate nella m.”, non ci siamo mai stati per la verità, di certo il vecchio club non è fallito per colpe o responsabilità dei tifosi e De Laurentiis lo sa bene. Ma torniamo al caso Higuain. Cosa fatta capo ha, recita un detto che sembra fatto su misura e che calza a pennello per la messa a fuoco dei contatti tra le parti in causa, una recita?, forse. La sceneggiata però continua con gli ultimi colpi in ordine di tempo, riportati un po’ da tutti i media, una commedia infinita, il Napoli non ci sta: “De Laurentiis non tratta, vuole l’intera clausola di 97 milioni e 746mila euro”, dettagli ormai, è un’ultima effimera resistenza attivata su di un’immaginaria fragilissima barricata per mostrare in giro l’assoluta impossibilità di resistenza che nel concreto non c’è e non ci può essere, l’affare non salterà. E’ svanito un sogno, quello ripetutamente scatenato dal Pipita sotto la curva B per quell’amore improvviso intonato in un coro di illusioni: qualcuno, ma più di qualcuno lo aveva innalzato sugli stessi altari di Diego Armando Maradona, un’altra dolorosa illusione che si è sgretolata sul tradimento dell’attaccante risorto in maglia azzurra, dopo le numerose panchine a cui lo aveva destinato spessissimo il Real Madrid. Adesso la sceneggiata si avvia alla sua conclusione con gli azzurri impegnati ieri sera a Trento nella seconda amichevole della nuova stagione: don Aurelio non ha seguito Sarri e la squadra, è rimasto a Dimaro: chissà, forse gli tremavano un po’ le gambe.
Gianfranco Lucariello
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte:www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
24/07/2024 - 19:44
NAPOLI - Un grande bluff, vergogna. Non è per una questione di soldi, ma per le grandi manovre svolte sottobanco, bruciando amore, entusiasmo e passioni. Imperdonabili: da Nicolas Higuain al Pipita che dall’America raccomandava ai tifosi della squadra del cuore di “restare tranquilli”, a Marotta, a don Aurelio, un cast di infelici attori, anche protagonisti della sceneggiata dopo la riunione in Lega, a cui ha fatto seguito l’importante proclama dettato dal patron e pubblicato sul sito ufficiale, facendo il giro del mondo: “Aspettiamo Higuain a Dimaro lunedì 25 luglio, come da programma…”, se la potevano risparmiare sul fronte azzurro, un’altra nota stonata ricca di improbabilità e diffusa mentre l’attaccante in Spagna si sottoponeva alle visite mediche pro-Juve, dopo il violento e volgare sgarbo del patron in conferenza stampa: “Stavate nella m.”, non ci siamo mai stati per la verità, di certo il vecchio club non è fallito per colpe o responsabilità dei tifosi e De Laurentiis lo sa bene. Ma torniamo al caso Higuain. Cosa fatta capo ha, recita un detto che sembra fatto su misura e che calza a pennello per la messa a fuoco dei contatti tra le parti in causa, una recita?, forse. La sceneggiata però continua con gli ultimi colpi in ordine di tempo, riportati un po’ da tutti i media, una commedia infinita, il Napoli non ci sta: “De Laurentiis non tratta, vuole l’intera clausola di 97 milioni e 746mila euro”, dettagli ormai, è un’ultima effimera resistenza attivata su di un’immaginaria fragilissima barricata per mostrare in giro l’assoluta impossibilità di resistenza che nel concreto non c’è e non ci può essere, l’affare non salterà. E’ svanito un sogno, quello ripetutamente scatenato dal Pipita sotto la curva B per quell’amore improvviso intonato in un coro di illusioni: qualcuno, ma più di qualcuno lo aveva innalzato sugli stessi altari di Diego Armando Maradona, un’altra dolorosa illusione che si è sgretolata sul tradimento dell’attaccante risorto in maglia azzurra, dopo le numerose panchine a cui lo aveva destinato spessissimo il Real Madrid. Adesso la sceneggiata si avvia alla sua conclusione con gli azzurri impegnati ieri sera a Trento nella seconda amichevole della nuova stagione: don Aurelio non ha seguito Sarri e la squadra, è rimasto a Dimaro: chissà, forse gli tremavano un po’ le gambe.
Gianfranco Lucariello
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