M' 'o vveco io
LO SHOW TIME di GINO RIVIECCIO: "Ma che tene 'a scrivere Benitez?"
17.12.2014 22:40 di Napoli Magazine

NAPOLI - E’ ufficiale: Benitez per gennaio non chiederà rinforzi in attacco e neanche in difesa. E’ da escludere anche rimpiazzi a centrocampo o nuovi esterni. L’unica richiesta fatta a De Laurentiis è di due penne e tre taccuini. Una incontinenza stilografica quella che ha colpito il mister che non si vedeva dai tempi di Ivic, allenatore dell’Avellino negli anni ’80, tra i primi a utilizzare il block notes a bordo campo. Una sindrome in verità comune anche a tecnici inglesi, francesi, ma mai con la stessa continuità. Anche Mourinho ne è affetto, ma scrive a partite alterne e comunque mai per tutta la durata del gioco. Rafa invece comincia a scrivere ancora prima che cominci la gara. Non aspetta nemmeno il primo errore per annotare le correzioni da apportare al modulo, forse perché già conosce le svirgolate di Albiol, le amnesie di Koulibaly e gli imbabolamenti di Inler. Appena sprofonda sulla panchina estrae taccuino e penna e comincia a vergare. A Milano ha scritto per minuti e minuti incessantemente senza mai alzare lo sguardo dal blocchetto, tanto da farmi sorgere il dubbio che per vedere cosa scriveva non vedeva in campo cosa succedeva. Restano le incognite sui contenuti dei foglietti: disegna? Aggiorna la rubrica telefonica? Cerchia le mancate promesse della società? Ipotizza le future destinazioni? Annota la spesa da fare alla Coop di Castel Volturno o più probabilmente calcola l’Imu sulle sue case? Forse un giorno scopriremo che Benitez è un raffinato romanziere che trova ispirazione dalle partite del Napoli. Allora il suo 4 -2-3-1 sarà sicuramente un best seller che venderà in tutto il mondo ma per ora, almeno a Napoli e nel campionato italiano il suo manuale non è in testa alle classifiche e le copie restano tutte sugli scaffali delle librerie degli allenatori. Non aiuta a migliorare la situazione il suo vice Fabio Pecchia che gli bisbiglia continuamente qualcosa per tutti e 90 minuti, contribuendo a distrarre Rafa che contro il MIlan non si è accorto che un anticipato ingresso di Zapata avrebbe agevolato gli spazi di Higuain e una tempestiva sostituzione di De Guzman avrebbe dato più energia al centrocampo. Entrambi si sono parlati per tutto l’arco dell’incontro. Ma cosa si saranno detti? Avranno discusso dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici? Del patto del Nazareno o del pacco di Zuniga? Fateci caso ogni tanto il mister abbozzava un sorriso come se Pecchia gli avesse raccontato una barzelletta, come se Fabio gli avesse detto: “Sai mister come si chiamano i difensori del Napoli?“ e l’altro: “No, dimmelo tu“, “Se non prendono gol si chiamano fortunati!”. E il mister: “Ma quando giocavi nel Napoli se avessero acquistato Nakata insieme avreste fatto Nakatapecchia?!“. E giù altre risatine. Ma forse le risate, smorzate dalla copertura delle mani sulla bocca, servivano a mascherare una delusione per una stagione che ha bisogno di nuovi dispositivi, di una Ztl tattica e tecnica che serva a disciplinare il traffico di voci e di illazioni che accompagnano le giornate a Castel Volturno. Presidente, ma un allenamento a Napoli no? Almeno una volta al mese per far sentire la squadra un pò più napoletana e meno casertana, meno castelvolturnese? Per metabolizzare meglio le emozioni e gli stati d’animo della città in modo da scendere in campo con qualche motivazione in più?). Certo l’ingorgo è sotto gli occhi di tutti e per come stanno procedendo le cose non si può nemmeno abbandonare l’auto in terza fila e sperare nel solito mercato di riparazione di gennaio: rischiamo le ganasce. Personalmente oltre a biro e taccuini per gennaio consiglierei di acquistare 200 tonnellate di gomme: serviranno per cancellare le ultime prestazioni.





Gino Rivieccio



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com


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NAPOLI - E’ ufficiale: Benitez per gennaio non chiederà rinforzi in attacco e neanche in difesa. E’ da escludere anche rimpiazzi a centrocampo o nuovi esterni. L’unica richiesta fatta a De Laurentiis è di due penne e tre taccuini. Una incontinenza stilografica quella che ha colpito il mister che non si vedeva dai tempi di Ivic, allenatore dell’Avellino negli anni ’80, tra i primi a utilizzare il block notes a bordo campo. Una sindrome in verità comune anche a tecnici inglesi, francesi, ma mai con la stessa continuità. Anche Mourinho ne è affetto, ma scrive a partite alterne e comunque mai per tutta la durata del gioco. Rafa invece comincia a scrivere ancora prima che cominci la gara. Non aspetta nemmeno il primo errore per annotare le correzioni da apportare al modulo, forse perché già conosce le svirgolate di Albiol, le amnesie di Koulibaly e gli imbabolamenti di Inler. Appena sprofonda sulla panchina estrae taccuino e penna e comincia a vergare. A Milano ha scritto per minuti e minuti incessantemente senza mai alzare lo sguardo dal blocchetto, tanto da farmi sorgere il dubbio che per vedere cosa scriveva non vedeva in campo cosa succedeva. Restano le incognite sui contenuti dei foglietti: disegna? Aggiorna la rubrica telefonica? Cerchia le mancate promesse della società? Ipotizza le future destinazioni? Annota la spesa da fare alla Coop di Castel Volturno o più probabilmente calcola l’Imu sulle sue case? Forse un giorno scopriremo che Benitez è un raffinato romanziere che trova ispirazione dalle partite del Napoli. Allora il suo 4 -2-3-1 sarà sicuramente un best seller che venderà in tutto il mondo ma per ora, almeno a Napoli e nel campionato italiano il suo manuale non è in testa alle classifiche e le copie restano tutte sugli scaffali delle librerie degli allenatori. Non aiuta a migliorare la situazione il suo vice Fabio Pecchia che gli bisbiglia continuamente qualcosa per tutti e 90 minuti, contribuendo a distrarre Rafa che contro il MIlan non si è accorto che un anticipato ingresso di Zapata avrebbe agevolato gli spazi di Higuain e una tempestiva sostituzione di De Guzman avrebbe dato più energia al centrocampo. Entrambi si sono parlati per tutto l’arco dell’incontro. Ma cosa si saranno detti? Avranno discusso dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici? Del patto del Nazareno o del pacco di Zuniga? Fateci caso ogni tanto il mister abbozzava un sorriso come se Pecchia gli avesse raccontato una barzelletta, come se Fabio gli avesse detto: “Sai mister come si chiamano i difensori del Napoli?“ e l’altro: “No, dimmelo tu“, “Se non prendono gol si chiamano fortunati!”. E il mister: “Ma quando giocavi nel Napoli se avessero acquistato Nakata insieme avreste fatto Nakatapecchia?!“. E giù altre risatine. Ma forse le risate, smorzate dalla copertura delle mani sulla bocca, servivano a mascherare una delusione per una stagione che ha bisogno di nuovi dispositivi, di una Ztl tattica e tecnica che serva a disciplinare il traffico di voci e di illazioni che accompagnano le giornate a Castel Volturno. Presidente, ma un allenamento a Napoli no? Almeno una volta al mese per far sentire la squadra un pò più napoletana e meno casertana, meno castelvolturnese? Per metabolizzare meglio le emozioni e gli stati d’animo della città in modo da scendere in campo con qualche motivazione in più?). Certo l’ingorgo è sotto gli occhi di tutti e per come stanno procedendo le cose non si può nemmeno abbandonare l’auto in terza fila e sperare nel solito mercato di riparazione di gennaio: rischiamo le ganasce. Personalmente oltre a biro e taccuini per gennaio consiglierei di acquistare 200 tonnellate di gomme: serviranno per cancellare le ultime prestazioni.





Gino Rivieccio



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