NAPOLI - La Ciociara è un capolavoro firmato Vittorio De Sica vincitore di un Oscar nel lontano 1960 grazie a Sofia Loren. La Ciociaria è una regione in festa da due giorni per un capolavoro firmato da undici ragazzi azzurri andato in scena in una fredda serata di dicembre al Maradona. Probabilmente la serata di martedì passerà come tra le più sottomesse della storia del club azzurro che, complice una serie di marchiani errori, ormai deve convincersi che il terzo scudetto è solo un pallido ricordo relegato in chissà quale pianeta. Plutone? Marte? Saturno? Probabilmente Giove, mentre si spera che arrivi presto l’Astolfo di turno a recuperare il perduto senno sulla luna. Pensavamo fosse Mazzarri l’Astolfo tanto agognato, ma purtroppo Walter probabilmente comincia a convincersi che l’ottimismo iniziale fosse esagerato e che questa squadra ha troppe ombre e misteri che neanche la prodigiosa mano di Guardiola riuscirebbe a definire. Perché oramai a questo siamo arrivati: ci troviamo di fronte a una situazione che a tratti rasenta l’imbarazzo e l’incredulità. Una disperazione calcistica figlia di un malcontento generale che trova forse le sue radici nelle incertezze contrattuali di troppi calciatori, nelle scelte errate della dirigenza che appannata dall’euforia dello scudetto ha smarrito la retta via e nel disastro procurato da Garcia. Certo a questo punto attribuire al solo francese le colpe di questa stagione sottotono, sarebbe un esercizio disonesto, così come ritenere che la mancanza di Kim sia l’origine di tutti i problemi. C’è da rimboccarsi le maniche in vista di due sfide delicate come quella all’Olimpico e quella casalinga col Monza di quel Palladino che tanto piace a De Laurentiis. Intanto il primo obiettivo della stagione è sfumato. Il rischio è che, se non si ritrova lo spirito e la compattezza che hanno animato la scorsa stagione, a febbraio sfugga anche il secondo obiettivo. Forse è arrivato il momento di cambiare strategia e di cominciare a delegare alcune delle mansioni più delicate a una figura di spessore che sappia mediare e relazionarsi con i calciatori. Di solito un ex calciatore di rango, un’ex bandiera azzurra che sappia interpretare i mal di pancia e i disagi dello spogliatoio. Altrimenti non resta che affidarsi a Babbo Natale sperando che sulle renne nei pacchi dono, oltre a uno stopper, porti ai tifosi i sorrisi di qualche mese fa. Sarebbe un bel modo per cominciare l'anno nuovo. Le lacrime del bambino che alla fine della mortificante serata contro il Frosinone piangeva a dirotto, sono la rappresentazione più autentica del procurato danno che si sta facendo al cuore di una tifoseria che non merita questo sperpetuo. Intanto vediamo sabato sera a Roma che Natale ci apprestiamo a vivere. Auguri!
Napoli Magazine
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di Napoli Magazine
21/12/2023 - 23:55
NAPOLI - La Ciociara è un capolavoro firmato Vittorio De Sica vincitore di un Oscar nel lontano 1960 grazie a Sofia Loren. La Ciociaria è una regione in festa da due giorni per un capolavoro firmato da undici ragazzi azzurri andato in scena in una fredda serata di dicembre al Maradona. Probabilmente la serata di martedì passerà come tra le più sottomesse della storia del club azzurro che, complice una serie di marchiani errori, ormai deve convincersi che il terzo scudetto è solo un pallido ricordo relegato in chissà quale pianeta. Plutone? Marte? Saturno? Probabilmente Giove, mentre si spera che arrivi presto l’Astolfo di turno a recuperare il perduto senno sulla luna. Pensavamo fosse Mazzarri l’Astolfo tanto agognato, ma purtroppo Walter probabilmente comincia a convincersi che l’ottimismo iniziale fosse esagerato e che questa squadra ha troppe ombre e misteri che neanche la prodigiosa mano di Guardiola riuscirebbe a definire. Perché oramai a questo siamo arrivati: ci troviamo di fronte a una situazione che a tratti rasenta l’imbarazzo e l’incredulità. Una disperazione calcistica figlia di un malcontento generale che trova forse le sue radici nelle incertezze contrattuali di troppi calciatori, nelle scelte errate della dirigenza che appannata dall’euforia dello scudetto ha smarrito la retta via e nel disastro procurato da Garcia. Certo a questo punto attribuire al solo francese le colpe di questa stagione sottotono, sarebbe un esercizio disonesto, così come ritenere che la mancanza di Kim sia l’origine di tutti i problemi. C’è da rimboccarsi le maniche in vista di due sfide delicate come quella all’Olimpico e quella casalinga col Monza di quel Palladino che tanto piace a De Laurentiis. Intanto il primo obiettivo della stagione è sfumato. Il rischio è che, se non si ritrova lo spirito e la compattezza che hanno animato la scorsa stagione, a febbraio sfugga anche il secondo obiettivo. Forse è arrivato il momento di cambiare strategia e di cominciare a delegare alcune delle mansioni più delicate a una figura di spessore che sappia mediare e relazionarsi con i calciatori. Di solito un ex calciatore di rango, un’ex bandiera azzurra che sappia interpretare i mal di pancia e i disagi dello spogliatoio. Altrimenti non resta che affidarsi a Babbo Natale sperando che sulle renne nei pacchi dono, oltre a uno stopper, porti ai tifosi i sorrisi di qualche mese fa. Sarebbe un bel modo per cominciare l'anno nuovo. Le lacrime del bambino che alla fine della mortificante serata contro il Frosinone piangeva a dirotto, sono la rappresentazione più autentica del procurato danno che si sta facendo al cuore di una tifoseria che non merita questo sperpetuo. Intanto vediamo sabato sera a Roma che Natale ci apprestiamo a vivere. Auguri!
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