M' 'o vveco io
SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, chell' che vo' Dio..."
24.08.2023 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il campionato è iniziato, domenica arriva il Sassuolo ma ho la sensazione che la nobile tifoseria azzurra sia soprattutto interessata a un argomento facilmente intuibile, visto che da Sperlonga a Mykonos, (mai come quest’anno invasa dai napoletani), la domanda da un ombrellone a uno spritz era una sola: “Ma se ne va? Gigì, s’o venne?“. Temo che fino al 20 settembre, giorno in cui si chiuderà il mercato arabo, Salvatore il bagnino passerà il tempo a sfogliare la margherita nigeriana gialla. “Resta o non resta? Resta o non resta?”. E pensare che fino al mese scorso Salvatore ogni volta che vedeva passare una giunonica bagnante esclamava: “Sesta o non sesta? Sesta o non sesta?“. Ora secondo me tornando al motivo dominante dell’estate azzurra, il problema deriva da questo incomprensibile sfalsamento di date tra il calciomercato europeo che chiude il 1 settembre e quello degli emiri che invece si protrae fino al giorno successivo a San Gennaro, il quale a questo punto può essere l’unico a preparare il miracolo di far restare Victor nella patria di Partenope pur di non accasarlo presso sceicchi e petrolieri che gli garantiscono vagonate di dollari che da sole rimpinguerebbero il Pil della Nigeria. Un differimento di date al quale mi auguro Uefa e Fifa pongano correttivi per evitare sbalzi di pressione ai cardiopatici e improvvise disaffezioni al proprio beniamino, che casomai la sera prima avrà realizzato una doppietta al Genoa e il giorno dopo si sarà imbarcato su un Emirates Airlines dopo una studiata conferenza stampa d’addio. Il punto però è un altro: quanta voglia ha Osi di rimanere? E soprattutto: quanta voglia hanno alcuni compagni di squadra di assorbire senza contraccolpi lo stratosferico ingaggio da 12 milioni di euro all’anno rispetto ai loro corrispettivi che, a parte qualche ritocco, resterebbero invariati? Il dilemma se lo sarà posto anche don Aurelio, che nelle ultime ore vedo meno intransigente rispetto a una possibile destinazione araba dell’asso africano. Non saprei rispondere. So solo che il Napoli con Osi ha due marce in più, ma so anche che 180 milioni non si possono rifiutare. Mia madre avrebbe detto: “Chell’ che vo’ Dio…”. E a Dio ci affideremo anche per sorvegliare le discrasie viste nella prima giornata, quando a noi è stato negato un calcio di rigore assegnato con enorme disinvoltura al Frosinone e alla Juve invece è stato confezionato un mezzo regalo visto che il difensore friulano Ebosele, per evitare il contatto col pallone, sarebbe solo dovuto andare alla Trauma Clinic di Canazei per farsi inchiodare il braccio tra le due natiche. Ma poiché siamo buonisti e vogliamo evitare che ci accusino di sospettologia, glissiamo su Rapuano,  Marcenaro e Mazzoleni alla Var e continuiamo ad avere fede, almeno fino al 20 settembre. “Chell’ che vo’ Dio….” come ripeteva mia madre.  

 

 
 
Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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24/08/2024 - 23:55

NAPOLI - Il campionato è iniziato, domenica arriva il Sassuolo ma ho la sensazione che la nobile tifoseria azzurra sia soprattutto interessata a un argomento facilmente intuibile, visto che da Sperlonga a Mykonos, (mai come quest’anno invasa dai napoletani), la domanda da un ombrellone a uno spritz era una sola: “Ma se ne va? Gigì, s’o venne?“. Temo che fino al 20 settembre, giorno in cui si chiuderà il mercato arabo, Salvatore il bagnino passerà il tempo a sfogliare la margherita nigeriana gialla. “Resta o non resta? Resta o non resta?”. E pensare che fino al mese scorso Salvatore ogni volta che vedeva passare una giunonica bagnante esclamava: “Sesta o non sesta? Sesta o non sesta?“. Ora secondo me tornando al motivo dominante dell’estate azzurra, il problema deriva da questo incomprensibile sfalsamento di date tra il calciomercato europeo che chiude il 1 settembre e quello degli emiri che invece si protrae fino al giorno successivo a San Gennaro, il quale a questo punto può essere l’unico a preparare il miracolo di far restare Victor nella patria di Partenope pur di non accasarlo presso sceicchi e petrolieri che gli garantiscono vagonate di dollari che da sole rimpinguerebbero il Pil della Nigeria. Un differimento di date al quale mi auguro Uefa e Fifa pongano correttivi per evitare sbalzi di pressione ai cardiopatici e improvvise disaffezioni al proprio beniamino, che casomai la sera prima avrà realizzato una doppietta al Genoa e il giorno dopo si sarà imbarcato su un Emirates Airlines dopo una studiata conferenza stampa d’addio. Il punto però è un altro: quanta voglia ha Osi di rimanere? E soprattutto: quanta voglia hanno alcuni compagni di squadra di assorbire senza contraccolpi lo stratosferico ingaggio da 12 milioni di euro all’anno rispetto ai loro corrispettivi che, a parte qualche ritocco, resterebbero invariati? Il dilemma se lo sarà posto anche don Aurelio, che nelle ultime ore vedo meno intransigente rispetto a una possibile destinazione araba dell’asso africano. Non saprei rispondere. So solo che il Napoli con Osi ha due marce in più, ma so anche che 180 milioni non si possono rifiutare. Mia madre avrebbe detto: “Chell’ che vo’ Dio…”. E a Dio ci affideremo anche per sorvegliare le discrasie viste nella prima giornata, quando a noi è stato negato un calcio di rigore assegnato con enorme disinvoltura al Frosinone e alla Juve invece è stato confezionato un mezzo regalo visto che il difensore friulano Ebosele, per evitare il contatto col pallone, sarebbe solo dovuto andare alla Trauma Clinic di Canazei per farsi inchiodare il braccio tra le due natiche. Ma poiché siamo buonisti e vogliamo evitare che ci accusino di sospettologia, glissiamo su Rapuano,  Marcenaro e Mazzoleni alla Var e continuiamo ad avere fede, almeno fino al 20 settembre. “Chell’ che vo’ Dio….” come ripeteva mia madre.  

 

 
 
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