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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, poche idee ma confuse"
22.09.2023 23:04 di Napoli Magazine

NAPOLI - Se avessi tra le mani la rassegna napulegna che è tra le rubriche più apprezzate della mia trasmissione settimanale Goal Show (a proposito ricominciamo lunedì sera alle 20,45 su Telecapri), non avrei esitato all’indomani dell’anemica partita di Braga a titolare “Un ginocchio per non restare in ginocchio“ oppure “Ciorta si ce vuo’ ‘bbene adderizza chesta varca!“. La imbolsita prestazione in terra portoghese in un campo scavato in una cava (come se De Laurentiis costruisse il nuovo stadio alla Montagna Spaccata...), ha confermato quello che già sapevamo per aver visto con molta attenzione le partite di campionato con Lazio e Genoa: questa è una squadra che stenta a ritrovarsi, come se avesse perso delle certezze. Di conseguenza non sarà lo striminzito e fortunoso risultato dell’altra sera a farmi cambiare opinione, trattandosi di una vittoria che non leva sete ma che anzi acuisce i dubbi e le perplessità per una condotta tattica e atletica che lascia senza parole. Come se Garcia (che attenzione non è il solo responsabile), avesse formattato un computer che andava benissimo, convinto che avesse dei virus e cancellandone i dati che ormai sono andati persi. Altrimenti non si spiegano le prestazioni scialbe di Politano e Lobotka, la svogliatezza di Kvara, l’inappetenza di Osimhen, lo sbiadimento di Di Lorenzo e le amnesie di Anguissa che oramai sembra il fantasma di se stesso, al punto che a un tratto ho pensato che De Laurentiis, senza farsene accorgere, lo avesse rimpiazzato durante il ritiro di agosto con un sosia di Castel di Sangro. Si dirà: sì, ma le traverse e i pali colpiti a Braga, insieme a un primo tempo in cui il Napoli poteva fare tre gol, hanno condizionato tutto l’assetto della partita. Personalmente resto dell’opinione che bisogna evitare catastrofismi e terrorismi, ma è anche vero che se si vuole bene al Napoli, l’onestà di riconoscere che questa squadra non ha nulla a che vedere con quella che solo tre mesi fa ha stracciato il campionato è eticamente leale. Né la partenza di Kim (mai sostituito adeguatamente) può da sola giustificare un appannamento fisico, tattico e morale (li vedo sorridere poco), che può diventare delicato. Non dimentichiamo che il Braga equivale a una modesta squadra di serie B e questo rispetto alla prestazione di mercoledì rappresenta un’aggravante. Ma resto fiducioso per Bologna. Basterà trovare qualcuno che suggerisca a Garcia formazione da mandare in campo, cambi e testi per le interviste. Perché per ora il francese mi ricorda un famoso aforisma di Ennio Flaiano: ho poche idee ma confuse.

 
 
 
Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - Se avessi tra le mani la rassegna napulegna che è tra le rubriche più apprezzate della mia trasmissione settimanale Goal Show (a proposito ricominciamo lunedì sera alle 20,45 su Telecapri), non avrei esitato all’indomani dell’anemica partita di Braga a titolare “Un ginocchio per non restare in ginocchio“ oppure “Ciorta si ce vuo’ ‘bbene adderizza chesta varca!“. La imbolsita prestazione in terra portoghese in un campo scavato in una cava (come se De Laurentiis costruisse il nuovo stadio alla Montagna Spaccata...), ha confermato quello che già sapevamo per aver visto con molta attenzione le partite di campionato con Lazio e Genoa: questa è una squadra che stenta a ritrovarsi, come se avesse perso delle certezze. Di conseguenza non sarà lo striminzito e fortunoso risultato dell’altra sera a farmi cambiare opinione, trattandosi di una vittoria che non leva sete ma che anzi acuisce i dubbi e le perplessità per una condotta tattica e atletica che lascia senza parole. Come se Garcia (che attenzione non è il solo responsabile), avesse formattato un computer che andava benissimo, convinto che avesse dei virus e cancellandone i dati che ormai sono andati persi. Altrimenti non si spiegano le prestazioni scialbe di Politano e Lobotka, la svogliatezza di Kvara, l’inappetenza di Osimhen, lo sbiadimento di Di Lorenzo e le amnesie di Anguissa che oramai sembra il fantasma di se stesso, al punto che a un tratto ho pensato che De Laurentiis, senza farsene accorgere, lo avesse rimpiazzato durante il ritiro di agosto con un sosia di Castel di Sangro. Si dirà: sì, ma le traverse e i pali colpiti a Braga, insieme a un primo tempo in cui il Napoli poteva fare tre gol, hanno condizionato tutto l’assetto della partita. Personalmente resto dell’opinione che bisogna evitare catastrofismi e terrorismi, ma è anche vero che se si vuole bene al Napoli, l’onestà di riconoscere che questa squadra non ha nulla a che vedere con quella che solo tre mesi fa ha stracciato il campionato è eticamente leale. Né la partenza di Kim (mai sostituito adeguatamente) può da sola giustificare un appannamento fisico, tattico e morale (li vedo sorridere poco), che può diventare delicato. Non dimentichiamo che il Braga equivale a una modesta squadra di serie B e questo rispetto alla prestazione di mercoledì rappresenta un’aggravante. Ma resto fiducioso per Bologna. Basterà trovare qualcuno che suggerisca a Garcia formazione da mandare in campo, cambi e testi per le interviste. Perché per ora il francese mi ricorda un famoso aforisma di Ennio Flaiano: ho poche idee ma confuse.

 
 
 
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