M' 'o vveco io
SHOW TIME di GINO RIVIECCIO: "Non perdiamo l'…aROMA"
05.02.2014 19:08 di Napoli Magazine

NAPOLI - Ho provato con l’antidolorifico, l’antinfiammatorio e anche con l’antivirus ma a distanza di tre giorni il dolore per la delusione di domenica non si è attenuato. Qualcuno mi ha consigliato le onde d’urto, altri un fisioterapista specializzato nel guarire i tifosi  ammaccati della domenica. Addirittura un vecchio amico in questi casi per combattere il dolore trascorre dalle 3 alle 6 ore  con una pezza ghiacciata in fronte disteso sul divano a rivedere i dvd con i gol di Careca, Jeppson e Maradona. Altri per risollevarsi preferiscono video hard col commento di Auriemma. Così mi sento da domenica pomeriggio, dove dopo l’ultima replica in teatro, sono sprofondato in una confusione tale dalla quale posso uscire solo rientrando da un fuorigioco morale sbandierato nell’ordine da Chievo, Bologna e Atalanta. Il mio “io” ha addirittura scritto a “Chi l’ha visto?“ per avere notizie sulla tenuta della squadra. Dalla redazione romana la Sciarelli ha fatto sapere che prossimamente dedicheranno una intera puntata al caso Benitez, l’allenatore alla ricerca della sua intelligenza tattica di cui sembra si siano perse le tracce. L’unica spiegazione che alla fine riesco a darmi (e spero non sia troppo ottimistica) come ho già avuto modo di scrivere la scorsa volta, è che il Napoli abbia mollato in campionato per dedicarsi esclusivamente alle coppe. Ma poi mi dico: non è troppo presto abbandonare un torneo che in caso di buon piazzamento è l’unico a garantire l’accesso almeno ai preliminari di Champions? E poi senza Champions che stagione rappresenterebbe dal punto di vista degli incassi e dei diritti televisivi? Con le persiane abbassate e la fioca luce del comodino accesa, ripenso alla giocata maldestra di Inler che svirgola la palla come si fa in una partita tra scapoli e ammogliati al campo Kennedy, a Reina che si fa trafiggere da una palla innocua, a Fernandez che scivola sul prato e per l’ennesima volta sul fondo del cuore dei tifosi, a Dzemaili che in alcune partite colto da improvvisa compassione sembra sempre voglia schierarsi con la squadra avversaria. Allora mi domando: forse si tratta di un preoccupante calo atletico, una condizione fisica approssimativa che non consente loro neanche di stare in piedi? Ripenso ai cori bergamaschi che urlano ai Vesuvi di esplodere e di seppellirci, alle solite vomitate ingiuriose dei barbari della curva dello stadio che per ironia della sorte si chiama “Atleti azzurri d’Italia“ e il mio disagio aumenta, un malessere che non pensavo di provare sino a qualche settimana fa. Ripercorro gli errori dell’ultima campagna acquisti, le bugie del mercato di riparazione e capisco la delusione dei miei concittadini, i soli ai quali sarebbe obbligatorio dare una spiegazione, gli unici che continuano a andare in ventimila agli allenamenti, in migliaia in trasferta a procurarsi offese e mortificazioni: loro sì che davvero amano il Napoli! Ripenso a Cavani, al Pocho, a quel Napoli che metteva paura a tutti e mi accorgo che in fin dei conti la stagione è ancora in piedi e si può rimediare: il terzo posto è ancora lì, e ci aspettano due qualificazioni in coppa. Ma solo se da  stasera si scoperchia il barattolo degli equivoci: è l’unico modo per non perdere l’aroma e non perdere di vista  la… Roma!





Gino Rivieccio



Napoli Magazine



Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com


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NAPOLI - Ho provato con l’antidolorifico, l’antinfiammatorio e anche con l’antivirus ma a distanza di tre giorni il dolore per la delusione di domenica non si è attenuato. Qualcuno mi ha consigliato le onde d’urto, altri un fisioterapista specializzato nel guarire i tifosi  ammaccati della domenica. Addirittura un vecchio amico in questi casi per combattere il dolore trascorre dalle 3 alle 6 ore  con una pezza ghiacciata in fronte disteso sul divano a rivedere i dvd con i gol di Careca, Jeppson e Maradona. Altri per risollevarsi preferiscono video hard col commento di Auriemma. Così mi sento da domenica pomeriggio, dove dopo l’ultima replica in teatro, sono sprofondato in una confusione tale dalla quale posso uscire solo rientrando da un fuorigioco morale sbandierato nell’ordine da Chievo, Bologna e Atalanta. Il mio “io” ha addirittura scritto a “Chi l’ha visto?“ per avere notizie sulla tenuta della squadra. Dalla redazione romana la Sciarelli ha fatto sapere che prossimamente dedicheranno una intera puntata al caso Benitez, l’allenatore alla ricerca della sua intelligenza tattica di cui sembra si siano perse le tracce. L’unica spiegazione che alla fine riesco a darmi (e spero non sia troppo ottimistica) come ho già avuto modo di scrivere la scorsa volta, è che il Napoli abbia mollato in campionato per dedicarsi esclusivamente alle coppe. Ma poi mi dico: non è troppo presto abbandonare un torneo che in caso di buon piazzamento è l’unico a garantire l’accesso almeno ai preliminari di Champions? E poi senza Champions che stagione rappresenterebbe dal punto di vista degli incassi e dei diritti televisivi? Con le persiane abbassate e la fioca luce del comodino accesa, ripenso alla giocata maldestra di Inler che svirgola la palla come si fa in una partita tra scapoli e ammogliati al campo Kennedy, a Reina che si fa trafiggere da una palla innocua, a Fernandez che scivola sul prato e per l’ennesima volta sul fondo del cuore dei tifosi, a Dzemaili che in alcune partite colto da improvvisa compassione sembra sempre voglia schierarsi con la squadra avversaria. Allora mi domando: forse si tratta di un preoccupante calo atletico, una condizione fisica approssimativa che non consente loro neanche di stare in piedi? Ripenso ai cori bergamaschi che urlano ai Vesuvi di esplodere e di seppellirci, alle solite vomitate ingiuriose dei barbari della curva dello stadio che per ironia della sorte si chiama “Atleti azzurri d’Italia“ e il mio disagio aumenta, un malessere che non pensavo di provare sino a qualche settimana fa. Ripercorro gli errori dell’ultima campagna acquisti, le bugie del mercato di riparazione e capisco la delusione dei miei concittadini, i soli ai quali sarebbe obbligatorio dare una spiegazione, gli unici che continuano a andare in ventimila agli allenamenti, in migliaia in trasferta a procurarsi offese e mortificazioni: loro sì che davvero amano il Napoli! Ripenso a Cavani, al Pocho, a quel Napoli che metteva paura a tutti e mi accorgo che in fin dei conti la stagione è ancora in piedi e si può rimediare: il terzo posto è ancora lì, e ci aspettano due qualificazioni in coppa. Ma solo se da  stasera si scoperchia il barattolo degli equivoci: è l’unico modo per non perdere l’aroma e non perdere di vista  la… Roma!





Gino Rivieccio



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