M' 'o vveco io
SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Lo scudetto si vince stando uniti!"
14.04.2022 22:19 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sono passati quattro giorni dal disastroso match con i viola e la città si chiede ancora come sia potuto succedere dopo il convincente exploit di Bergamo di appena sette giorni prima. Premesso che il Napoli degli ultimi due anni ci ha abituati a questa altalenante serie di contraddizioni (dalle nostre parti diciamo che spesso "viene meno nelle coseture"), restano gli interrogativi di fondo di fronte ai quali né nella mia fidelizzata trasmissione televisiva del lunedì sera con interlocutori di prestigio, né i giornali e i blog territoriali, hanno saputo dare risposta. Formazione sbagliata di Spalletti? Koulibaly e qualche altro che non sono al meglio? Il peso delle assenze di Di Lorenzo e di Anguissa? Una condizione atletica non ottimale che obbliga il trainer toscano a mandare in campo anche chi dovrebbe accomodarsi in panchina? Fino ad oggi risposte confortanti non ce ne sono state e il risultato è che ancora una volta siamo a piangere sul latte (toscano) versato, irrancidito dal mezzo passo falso del Milan a Torino. Vi confesso che sono combattuto tra il cuore e la ragione. Il primo mi dice che a sei giornate dal termine è cambiato davvero poco e l’artitmetica da ancora le stesse percentuali della scorsa settimana. La mente però è sulla stessa lunghezza d’onda delle probabilità di sopravvivenza che ha ancora il governo Draghi. Lì ci sono i mal di pancia di Conte e Salvini, qua, oltre ai dubbi di cui sopra, l’incertezza contrattuale di alcuni protagonisti e le voci di mercato che come sempre in questa fase della stagione cominciano a riscaldarsi come le giornate primaverili. Intanto il tassista mi preleva alla stazione centrale ed esordisce: “Dottò, facimme sempre chest'! Ma si nun ‘o vincimme chist’anno che Inter e Milan so’ scarsi, quanne cazz’ ‘o vincimme?!“. Cerco di spiegargli che nel calcio nulla è scontato  e che comunque ce la possiamo ancora fare. E lui di rimando: “Io penso che coccheduno nun ‘o  vo’ vencere 'o scudetto… o meglio, si arriva primo stappa na butteglia ‘e champagne, ma se arriva sicondo ne stappa doje!“. Per fortuna arrivo a destinazione e non ho il tempo di replicare né a lui né al tassametro che oramai aveva quasi raggiunto lo stesso prezzo dell’ingaggio di Insigne a Toronto. Scendo, lo saluto e gli dico solo: “Se vi riferite al presidente, vi assicuro che mai come quest’anno ha intenzione di vincerlo e mi risulta che domenica sera si sia molto incazzato dopo la sconfitta con la Fiorentina“. Lui replica dal finestrino semi abbassato. Per fortuna il venticello di aprile e il frastuono dei clacson del traffico napoletano mi risparmiano la risposta che mi sono immaginato. Ecco: evitiamo lezioni spicciole di sospettologia e complottismo. Gli scudetti si vincono anche stando tutti uniti: tifosi, squadra, società e… tassametri. 

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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14/04/2024 - 22:19

NAPOLI - Sono passati quattro giorni dal disastroso match con i viola e la città si chiede ancora come sia potuto succedere dopo il convincente exploit di Bergamo di appena sette giorni prima. Premesso che il Napoli degli ultimi due anni ci ha abituati a questa altalenante serie di contraddizioni (dalle nostre parti diciamo che spesso "viene meno nelle coseture"), restano gli interrogativi di fondo di fronte ai quali né nella mia fidelizzata trasmissione televisiva del lunedì sera con interlocutori di prestigio, né i giornali e i blog territoriali, hanno saputo dare risposta. Formazione sbagliata di Spalletti? Koulibaly e qualche altro che non sono al meglio? Il peso delle assenze di Di Lorenzo e di Anguissa? Una condizione atletica non ottimale che obbliga il trainer toscano a mandare in campo anche chi dovrebbe accomodarsi in panchina? Fino ad oggi risposte confortanti non ce ne sono state e il risultato è che ancora una volta siamo a piangere sul latte (toscano) versato, irrancidito dal mezzo passo falso del Milan a Torino. Vi confesso che sono combattuto tra il cuore e la ragione. Il primo mi dice che a sei giornate dal termine è cambiato davvero poco e l’artitmetica da ancora le stesse percentuali della scorsa settimana. La mente però è sulla stessa lunghezza d’onda delle probabilità di sopravvivenza che ha ancora il governo Draghi. Lì ci sono i mal di pancia di Conte e Salvini, qua, oltre ai dubbi di cui sopra, l’incertezza contrattuale di alcuni protagonisti e le voci di mercato che come sempre in questa fase della stagione cominciano a riscaldarsi come le giornate primaverili. Intanto il tassista mi preleva alla stazione centrale ed esordisce: “Dottò, facimme sempre chest'! Ma si nun ‘o vincimme chist’anno che Inter e Milan so’ scarsi, quanne cazz’ ‘o vincimme?!“. Cerco di spiegargli che nel calcio nulla è scontato  e che comunque ce la possiamo ancora fare. E lui di rimando: “Io penso che coccheduno nun ‘o  vo’ vencere 'o scudetto… o meglio, si arriva primo stappa na butteglia ‘e champagne, ma se arriva sicondo ne stappa doje!“. Per fortuna arrivo a destinazione e non ho il tempo di replicare né a lui né al tassametro che oramai aveva quasi raggiunto lo stesso prezzo dell’ingaggio di Insigne a Toronto. Scendo, lo saluto e gli dico solo: “Se vi riferite al presidente, vi assicuro che mai come quest’anno ha intenzione di vincerlo e mi risulta che domenica sera si sia molto incazzato dopo la sconfitta con la Fiorentina“. Lui replica dal finestrino semi abbassato. Per fortuna il venticello di aprile e il frastuono dei clacson del traffico napoletano mi risparmiano la risposta che mi sono immaginato. Ecco: evitiamo lezioni spicciole di sospettologia e complottismo. Gli scudetti si vincono anche stando tutti uniti: tifosi, squadra, società e… tassametri. 

 

 

Gino Rivieccio

 

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