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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, la vera verità segretissima"
06.12.2020 16:15 di Napoli Magazine

NAPOLI - La morte di Diego ha acuito la sofferenza e il dolore per un anno che sembra voglia farsi ricordare solo per le disgrazie e i morti che ha lasciato sul campo. Intanto del 2021 che si avvicina vorrei vedere prima il trailer, un promo, un po’ come si fa al cinema, per evitare sgradite sorprese. Anche gli astrologi l’anno scorso di questi tempi prevedevano un anno splendido su tutti i fronti, ma non avevano fatto i conti con i cinesi e il coronavirus che evidentemente deve essere nato sotto un segno non contemplato dall’astrologia. La scomparsa di Diego per noi napoletani è stata sicuramente la più lacerante e devastante da un punto di vista emotivo, anche per come ce lo hanno mostrato negli ultimi giorni rispetto a come eravamo abituati a vederlo negli anni ’80 quando dribblava e burlava portieri e difese su tutti i campi del mondo. Un epilogo malinconico quello del Pibe, che noi figli di San Gennaro porteremo come una ferita inguaribile dentro e che si riaprirà ogni volta che scandiremo il suo nome. Oltre allo stadio (vi dico che San Paolo col quale ho ottimi rapporti mi ha già detto. “Ma tu staje pazzianne? Io songo ‘o primmo a essere cuntento, me levo pure nu penziero. ‘O stadio s’adda chiammà Stadio Diego Armando Maradona! Io dopo 60 anni aggiu fatto ‘o ‘mmio! Vaco in penzione!“) si parla di fermate della metro, musei, statue, piazze e fontane Maradona. Fossi in De Laurentiis non perderei questa ghiotta occasione per incentivare una sorta di merchandising e un’attrattiva per i turisti di tutto il mondo, a cominciare dalla visita guidata allo stadio Maradona, fino al sottopasso che prelude l’entrata sul terreno di gioco (un po’ come si fa al Camp Nou), al termine del quale installerei una statua che ricordi il più grande calciatore di tutti i tempi. Conoscendo De La credo ci stia già pensando, anche se fonti ben attendibili mi dicono che in queste ore il presidente, in vista del rinnovo, sia più concentrato a capire di che pasta è fatto Gattuso e quali siano realmente i rapporti tra lui e la squadra. Una squadra che continua ad alternare prestazioni eclatanti (vedi Roma e Atalanta) a spettacoli sbiaditi e preoccupanti (AZ e Milan). Un enigma, che secondo i soliti male informati, scaturirebbe da una disconnessione dei rapporti tra Ringhio e gli azzurri. Il wi-fi della comprensione e della complicità, sempre secondo i male informati, si sarebbe staccato quando in più di un’occasione l’allenatore calabrese avrebbe lavato i panni sporchi nei dopo partita davanti alla stampa e non negli spogliatoi. Qualcuno è arrivato a insinuare di una bottiglietta di Gatorade volata nello stanzone olandese dopo il pareggio dell’altra sera, che con una strana piroetta, dopo essere stata respinta da un sifone della doccia, con un Dhl sarebbe arrivata a Liverpool all’orecchio di Ancelotti che in quel momento stava rientrando a casa. Il coinvolgimento dell’ex tecnico del Napoli ha fatto fantasticare i giornalisti del nord: qualcuno è arrivato addirittura a scrivere che nel ventre dello stadio dell’AZ Alkmaar si stavano rivivendo gli stessi momenti drammatici dell’ammutinamento di un anno fa, quando a farne le spese fu proprio il tecnico di Reggiolo. Intanto Cuadrado, alla notizia della bottiglietta lanciata, si rotolava per terra sul tappeto di casa sua invocando un calcio di rigore e i tre punti a tavolino, mentre Giacomelli senza neanche consultare il guardialinee ammoniva per simulazione Bakayoko, Adani, Paratici e la ministra De Micheli. Nel parapiglia che ne seguiva Cesari alla moviola sosteneva che il lancio voleva colpire De Laurentiis che dovrebbe ancora pagare due stipendi arretrati, mentre Capello su Sky se la prendeva con Pirlo colpevole di non aver dato un gioco alla Juve e una bottiglietta in testa per eliminare Arthur. Tutto chiarito? Macchè! Stasera a Crotone il problema non sarà il modulo, né il rapporto tra squadra e tecnico, ma la totale assenza delle bottigliette di Gatorade. Insomma ci troviamo di fronte all’ennesimo romanzo sceneggiato ad arte da qualcuno per destabilizzare un ambiente che certo sereno non è, ma che sicuramente non vive gli ultimi giorni di Pompei come certi vorrebbero far credere. I soliti tirapiedi ai quali il Napoli farebbe bene a recapitare delle bottigliette, quelle si: ma di lassativo!

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

06/12/2024 - 16:15

NAPOLI - La morte di Diego ha acuito la sofferenza e il dolore per un anno che sembra voglia farsi ricordare solo per le disgrazie e i morti che ha lasciato sul campo. Intanto del 2021 che si avvicina vorrei vedere prima il trailer, un promo, un po’ come si fa al cinema, per evitare sgradite sorprese. Anche gli astrologi l’anno scorso di questi tempi prevedevano un anno splendido su tutti i fronti, ma non avevano fatto i conti con i cinesi e il coronavirus che evidentemente deve essere nato sotto un segno non contemplato dall’astrologia. La scomparsa di Diego per noi napoletani è stata sicuramente la più lacerante e devastante da un punto di vista emotivo, anche per come ce lo hanno mostrato negli ultimi giorni rispetto a come eravamo abituati a vederlo negli anni ’80 quando dribblava e burlava portieri e difese su tutti i campi del mondo. Un epilogo malinconico quello del Pibe, che noi figli di San Gennaro porteremo come una ferita inguaribile dentro e che si riaprirà ogni volta che scandiremo il suo nome. Oltre allo stadio (vi dico che San Paolo col quale ho ottimi rapporti mi ha già detto. “Ma tu staje pazzianne? Io songo ‘o primmo a essere cuntento, me levo pure nu penziero. ‘O stadio s’adda chiammà Stadio Diego Armando Maradona! Io dopo 60 anni aggiu fatto ‘o ‘mmio! Vaco in penzione!“) si parla di fermate della metro, musei, statue, piazze e fontane Maradona. Fossi in De Laurentiis non perderei questa ghiotta occasione per incentivare una sorta di merchandising e un’attrattiva per i turisti di tutto il mondo, a cominciare dalla visita guidata allo stadio Maradona, fino al sottopasso che prelude l’entrata sul terreno di gioco (un po’ come si fa al Camp Nou), al termine del quale installerei una statua che ricordi il più grande calciatore di tutti i tempi. Conoscendo De La credo ci stia già pensando, anche se fonti ben attendibili mi dicono che in queste ore il presidente, in vista del rinnovo, sia più concentrato a capire di che pasta è fatto Gattuso e quali siano realmente i rapporti tra lui e la squadra. Una squadra che continua ad alternare prestazioni eclatanti (vedi Roma e Atalanta) a spettacoli sbiaditi e preoccupanti (AZ e Milan). Un enigma, che secondo i soliti male informati, scaturirebbe da una disconnessione dei rapporti tra Ringhio e gli azzurri. Il wi-fi della comprensione e della complicità, sempre secondo i male informati, si sarebbe staccato quando in più di un’occasione l’allenatore calabrese avrebbe lavato i panni sporchi nei dopo partita davanti alla stampa e non negli spogliatoi. Qualcuno è arrivato a insinuare di una bottiglietta di Gatorade volata nello stanzone olandese dopo il pareggio dell’altra sera, che con una strana piroetta, dopo essere stata respinta da un sifone della doccia, con un Dhl sarebbe arrivata a Liverpool all’orecchio di Ancelotti che in quel momento stava rientrando a casa. Il coinvolgimento dell’ex tecnico del Napoli ha fatto fantasticare i giornalisti del nord: qualcuno è arrivato addirittura a scrivere che nel ventre dello stadio dell’AZ Alkmaar si stavano rivivendo gli stessi momenti drammatici dell’ammutinamento di un anno fa, quando a farne le spese fu proprio il tecnico di Reggiolo. Intanto Cuadrado, alla notizia della bottiglietta lanciata, si rotolava per terra sul tappeto di casa sua invocando un calcio di rigore e i tre punti a tavolino, mentre Giacomelli senza neanche consultare il guardialinee ammoniva per simulazione Bakayoko, Adani, Paratici e la ministra De Micheli. Nel parapiglia che ne seguiva Cesari alla moviola sosteneva che il lancio voleva colpire De Laurentiis che dovrebbe ancora pagare due stipendi arretrati, mentre Capello su Sky se la prendeva con Pirlo colpevole di non aver dato un gioco alla Juve e una bottiglietta in testa per eliminare Arthur. Tutto chiarito? Macchè! Stasera a Crotone il problema non sarà il modulo, né il rapporto tra squadra e tecnico, ma la totale assenza delle bottigliette di Gatorade. Insomma ci troviamo di fronte all’ennesimo romanzo sceneggiato ad arte da qualcuno per destabilizzare un ambiente che certo sereno non è, ma che sicuramente non vive gli ultimi giorni di Pompei come certi vorrebbero far credere. I soliti tirapiedi ai quali il Napoli farebbe bene a recapitare delle bottigliette, quelle si: ma di lassativo!

 

 

Gino Rivieccio

 

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