M' 'o vveco io
SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "In Inghilterra oggi si gioca"
26.12.2021 20:40 di Napoli Magazine

NAPOLI - Si chiama Boxing Day. E’ quello che il giorno di Santo Stefano permette a milioni di tifosi inglesi di vedere in diretta una giornata di Premier League che non viene fermata neanche dalla nascita di Gesù Bambino. Anzi si tratta di un regalo che i Re Magi del calcio, rigorosamente anglosassoni, con la complicità del governo, portano avanti da anni accontentando così i tanti appassionati di calcio. In Italia l’esperimento ha avuto poco successo se siamo riusciti a realizzarlo solo tre anni fa e che per quanto ci riguarda ricordiamo con rabbia per la sventurata partita di Milano contro l’Inter e i cori razzisti ai danni di Koulibaly che venne anche espulso per proteste. Un tentativo che evidentemente ha dovuto incontrare le resistenze di sindacati, calciatori e sistema generale che contrariamente a quanto accade oltre Manica qui rappresentano un pezzo di potere inscalfibile. Scrivo questo pensando che oggi parecchi italiani orfani di prodezze di Dzeko, di acrobazie di Zielinski e di sbracciate di Mourinho, avrebbero potuto incorniciare la tre giorni natalizia e digerire le leccornie della vigilia con un passepartout televisivo distensivo. Poi ripenso alla scalcagnata partita dell’altra sera al Maradona contro lo Spezia e mi convinco che forse è meglio così: dopo essermi intussecato Natale non avrei gradito avvelenarmi anche la prima festa. Perché ormai sono arrivato a una convinzione: questa è una squadra che, almeno per gli uomini che Spallettone in questo frangente è obbligato a mandare in campo, non ce la fa a giocare ogni tre giorni. Forse si tratta di un problema di tenuta fisica oltre che mentale, di concentrazione, oppure di una preparazione accelerata che ora comincia a segnare il passo. Per cui dopo l’esaltante vittoria di Milano ci ritroviamo a sfigurare contro uno Spezia che non vinceva fuori casa dai tempi di Annibale e dei Cartaginesi. E allora mi convinco che il Boxing day non sarebbe stato adatto per i nostri eroi, spesso abituati in questi giorni a rilassarsi con le famiglie tra cenette, feste e premiazioni. Quest’anno, complice la famigerata pandemia e per alcuni l’incombente Coppa d’Africa, meglio starsene buoni a casa e aspettare l’arrivo della Befana che nella calza ci farà trovare la Juve. Se ci sarà carbone lo capiremo la sera del 6 gennaio quando l’Italia televisiva si dividerà tra il ritorno del campionato e il biglietto della lotteria di Capodanno. Augurandoci che i bianconeri all’Allianz non ci facciano il solito brutto scherzetto lasciandoci in mutande. In quel caso allora inaugureremmo il Boxer day. Dipende solo dai nostri.

 

Auguri a tutti di buon anno! Ne abbiamo davvero bisogno.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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26/12/2024 - 20:40

NAPOLI - Si chiama Boxing Day. E’ quello che il giorno di Santo Stefano permette a milioni di tifosi inglesi di vedere in diretta una giornata di Premier League che non viene fermata neanche dalla nascita di Gesù Bambino. Anzi si tratta di un regalo che i Re Magi del calcio, rigorosamente anglosassoni, con la complicità del governo, portano avanti da anni accontentando così i tanti appassionati di calcio. In Italia l’esperimento ha avuto poco successo se siamo riusciti a realizzarlo solo tre anni fa e che per quanto ci riguarda ricordiamo con rabbia per la sventurata partita di Milano contro l’Inter e i cori razzisti ai danni di Koulibaly che venne anche espulso per proteste. Un tentativo che evidentemente ha dovuto incontrare le resistenze di sindacati, calciatori e sistema generale che contrariamente a quanto accade oltre Manica qui rappresentano un pezzo di potere inscalfibile. Scrivo questo pensando che oggi parecchi italiani orfani di prodezze di Dzeko, di acrobazie di Zielinski e di sbracciate di Mourinho, avrebbero potuto incorniciare la tre giorni natalizia e digerire le leccornie della vigilia con un passepartout televisivo distensivo. Poi ripenso alla scalcagnata partita dell’altra sera al Maradona contro lo Spezia e mi convinco che forse è meglio così: dopo essermi intussecato Natale non avrei gradito avvelenarmi anche la prima festa. Perché ormai sono arrivato a una convinzione: questa è una squadra che, almeno per gli uomini che Spallettone in questo frangente è obbligato a mandare in campo, non ce la fa a giocare ogni tre giorni. Forse si tratta di un problema di tenuta fisica oltre che mentale, di concentrazione, oppure di una preparazione accelerata che ora comincia a segnare il passo. Per cui dopo l’esaltante vittoria di Milano ci ritroviamo a sfigurare contro uno Spezia che non vinceva fuori casa dai tempi di Annibale e dei Cartaginesi. E allora mi convinco che il Boxing day non sarebbe stato adatto per i nostri eroi, spesso abituati in questi giorni a rilassarsi con le famiglie tra cenette, feste e premiazioni. Quest’anno, complice la famigerata pandemia e per alcuni l’incombente Coppa d’Africa, meglio starsene buoni a casa e aspettare l’arrivo della Befana che nella calza ci farà trovare la Juve. Se ci sarà carbone lo capiremo la sera del 6 gennaio quando l’Italia televisiva si dividerà tra il ritorno del campionato e il biglietto della lotteria di Capodanno. Augurandoci che i bianconeri all’Allianz non ci facciano il solito brutto scherzetto lasciandoci in mutande. In quel caso allora inaugureremmo il Boxer day. Dipende solo dai nostri.

 

Auguri a tutti di buon anno! Ne abbiamo davvero bisogno.

 

 

Gino Rivieccio

 

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