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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Quel bruciore che non va via"
09.04.2021 19:11 di Napoli Magazine

NAPOLI - Stamattina al risveglio lo strano bruciore in quella parte del corpo vicino a quella parola tanto cara a Cambronne, persisteva ancora. Anzi, la giornata defaticante di ieri non aveva lenito il malessere. Né tanto meno le pomate mentali proposte dalla classifica e da un calendario tutto sommato favorevole agli azzurri, contribuivano ad attenuare il fastidioso prurito. Persino il medico di famiglia da me interpellato dopo il fischio finale di Mariani, mi consigliava acqua fredda, borotalco e replica televisiva della eliminazione bianconera ad opera del Porto. Niente da fare. A distanza di 48 ore l’infiammazione non mostra segni di cedimento. Si sa, perdere contro i bianconeri brucia sempre. Brucia ancora di più quando non si approfitta del loro momento peggiore mentre noi siamo sbarcati all’Allianz pieni di certezze e in qualche caso di supponenza. Dispiace aver rivitalizzato una squadra sull’orlo di una crisi di nervi che adesso troverà il modo per ricompattarsi. Certo, se hai le solite occasioni nitide e le sbagli clamorosamente, se i cartellini gialli Mariani li dimentica al supermercato permettendo ad Alex Sandro di fare wrestling, se al Var preferiscono vedere il Tg3 delle 19 e non un rigore netto su Zielinski, diventa tutto più difficile. Se poi due assi del calibro di Lozano e Mertens portano a Torino solo il cuore ma lasciano piedi e testa a Calstel Volturno, contro gente come Cuadrado, Chiesa, Dybala e Ronaldo la partite la perdi. Eppure avrei pagato la busta paga di Amadeus a Sanremo per vedere gli occhi fuori dalle orbite di Nedved, le imprecazioni di Paratici e l’espressione amimica di Pirlo a fine partita. Invece meglio di un centro di rianimazione, siamo stati solo bravi a elargire bombole di ossigeno in un momento storico in cui l’ossigeno è vitale. Certo si può rimediare e recuperare, ma resta l’amarezza per una partita impostata male e gestita elementarmente nel primo tempo. Mancavano i sorci verdi comparsi solo nella seconda parte di gioco mentre i 4 amici al Var facevano il resto. Ma tutto ciò non basta a giustificare una sconfitta evitabile che tuttavia sono certo non lascerà segni sul morale azzurro. Mi dispiace solo per il bruciore. Speriamo che domenica da Genova, via satellite, mi arrivi la pomata giusta…

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Quel bruciore che non va via"

di Napoli Magazine

09/04/2024 - 19:11

NAPOLI - Stamattina al risveglio lo strano bruciore in quella parte del corpo vicino a quella parola tanto cara a Cambronne, persisteva ancora. Anzi, la giornata defaticante di ieri non aveva lenito il malessere. Né tanto meno le pomate mentali proposte dalla classifica e da un calendario tutto sommato favorevole agli azzurri, contribuivano ad attenuare il fastidioso prurito. Persino il medico di famiglia da me interpellato dopo il fischio finale di Mariani, mi consigliava acqua fredda, borotalco e replica televisiva della eliminazione bianconera ad opera del Porto. Niente da fare. A distanza di 48 ore l’infiammazione non mostra segni di cedimento. Si sa, perdere contro i bianconeri brucia sempre. Brucia ancora di più quando non si approfitta del loro momento peggiore mentre noi siamo sbarcati all’Allianz pieni di certezze e in qualche caso di supponenza. Dispiace aver rivitalizzato una squadra sull’orlo di una crisi di nervi che adesso troverà il modo per ricompattarsi. Certo, se hai le solite occasioni nitide e le sbagli clamorosamente, se i cartellini gialli Mariani li dimentica al supermercato permettendo ad Alex Sandro di fare wrestling, se al Var preferiscono vedere il Tg3 delle 19 e non un rigore netto su Zielinski, diventa tutto più difficile. Se poi due assi del calibro di Lozano e Mertens portano a Torino solo il cuore ma lasciano piedi e testa a Calstel Volturno, contro gente come Cuadrado, Chiesa, Dybala e Ronaldo la partite la perdi. Eppure avrei pagato la busta paga di Amadeus a Sanremo per vedere gli occhi fuori dalle orbite di Nedved, le imprecazioni di Paratici e l’espressione amimica di Pirlo a fine partita. Invece meglio di un centro di rianimazione, siamo stati solo bravi a elargire bombole di ossigeno in un momento storico in cui l’ossigeno è vitale. Certo si può rimediare e recuperare, ma resta l’amarezza per una partita impostata male e gestita elementarmente nel primo tempo. Mancavano i sorci verdi comparsi solo nella seconda parte di gioco mentre i 4 amici al Var facevano il resto. Ma tutto ciò non basta a giustificare una sconfitta evitabile che tuttavia sono certo non lascerà segni sul morale azzurro. Mi dispiace solo per il bruciore. Speriamo che domenica da Genova, via satellite, mi arrivi la pomata giusta…

 

 

Gino Rivieccio

 

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