NAPOLI - Una gara a chi di più non festeggia che rimembra in ogni parola (vera o fake che sia), quanto sia difficile gioire di una gioia che non si può nemmeno capire, figuriamoci condividere. Un godere, invece, paradossale quanto ingenuo per un ritardo che in realtà sarebbe stato solo un anticipo largo, larghissimo, storico. Il Napoli sarà Campione d’Italia 2022/23 e questo è oramai certo, ma cosa resterà di una festa da far invidia al Carnevale di Rio degli anni migliori? Di certo il blu, in ogni angolo e da ogni balcone e finestra che se a Roma dimostrano amore chiudendo lucchetti, a Napoli si dimostra amore immenso annodando striscioni. Resteranno gli occhi sgranati di chi napoletano non è ma a Napoli ci è venuto (esistono, e sono pure assai!) per essere turista non solo della città ma letteralmente della sua gente e della sua Festa. Resteranno fiumi di parole, tra lucida realtà e banale retorica, che legano Napoli al Napoli in un triplo filo fatto di storia, cultura e calcio. Perché la storia è quella che insegna e quella che per 33 anni ha continuato a muovere gli animi e far tremare i cuori azzurri e che finalmente oggi a quei cuori dà la meritata ragione; è la cultura di un popolo che di generazione in generazione tramanda un amore senza fine, e che alza gli occhi al cielo commosso, ripensando a chi non c’è più ma che questo momento avrebbe meritato di viverlo; ed è il calcio, in un momento in cui paradossalmente fa esso da cornice ad una rinascita già di per sé incredibile della città ora davvero riconosciuta come la più bella del mondo. E mentre il vento del maltempo fa sventolare forte striscioni e bandiere, Napoli tutta, tra le mura e fuori della città, aspetta. Silenziosa, consapevole e in fondo anche abituata: in fondo, a Napoli aspettiamo un pullman per 2 ore per un tragitto di 20’, aspettiamo una Vesuviana decente da 30 anni, aspettiamo che la sveglia di chi può suoni per la dignità di tanti, da decenni e aspettiamo un’aria più pulita perlomeno dalla Terra dei Fuochi. E mó vuoi vedere che non possiamo aspettare 3 giorni per essere Campioni? Aspettiamo, aspettiamo…
di Napoli Magazine
02/05/2023 - 07:30
NAPOLI - Una gara a chi di più non festeggia che rimembra in ogni parola (vera o fake che sia), quanto sia difficile gioire di una gioia che non si può nemmeno capire, figuriamoci condividere. Un godere, invece, paradossale quanto ingenuo per un ritardo che in realtà sarebbe stato solo un anticipo largo, larghissimo, storico. Il Napoli sarà Campione d’Italia 2022/23 e questo è oramai certo, ma cosa resterà di una festa da far invidia al Carnevale di Rio degli anni migliori? Di certo il blu, in ogni angolo e da ogni balcone e finestra che se a Roma dimostrano amore chiudendo lucchetti, a Napoli si dimostra amore immenso annodando striscioni. Resteranno gli occhi sgranati di chi napoletano non è ma a Napoli ci è venuto (esistono, e sono pure assai!) per essere turista non solo della città ma letteralmente della sua gente e della sua Festa. Resteranno fiumi di parole, tra lucida realtà e banale retorica, che legano Napoli al Napoli in un triplo filo fatto di storia, cultura e calcio. Perché la storia è quella che insegna e quella che per 33 anni ha continuato a muovere gli animi e far tremare i cuori azzurri e che finalmente oggi a quei cuori dà la meritata ragione; è la cultura di un popolo che di generazione in generazione tramanda un amore senza fine, e che alza gli occhi al cielo commosso, ripensando a chi non c’è più ma che questo momento avrebbe meritato di viverlo; ed è il calcio, in un momento in cui paradossalmente fa esso da cornice ad una rinascita già di per sé incredibile della città ora davvero riconosciuta come la più bella del mondo. E mentre il vento del maltempo fa sventolare forte striscioni e bandiere, Napoli tutta, tra le mura e fuori della città, aspetta. Silenziosa, consapevole e in fondo anche abituata: in fondo, a Napoli aspettiamo un pullman per 2 ore per un tragitto di 20’, aspettiamo una Vesuviana decente da 30 anni, aspettiamo che la sveglia di chi può suoni per la dignità di tanti, da decenni e aspettiamo un’aria più pulita perlomeno dalla Terra dei Fuochi. E mó vuoi vedere che non possiamo aspettare 3 giorni per essere Campioni? Aspettiamo, aspettiamo…