NAPOLI - A che eravamo rimasti? Ah, sì: al Napoli che vince. Inciampa anche e poi rivince. Anzi, stravince. Che quasi quasi uno 5/6 numeri per giocarseli se li fa anche dare, a proposito del vincere sempre e comunque. Un Napoli mai sazio è quello che oramai invade i campi di ogni città d’Italia e che la sua l’ha già tutta colorata d’azzurro. È l’anno del Napoli che, sarà un caso o forse no, coincide con l’anno di Napoli. E se fino a qualche tempo fa, il riscatto di una metropoli era tutto stipato in una classifica di calcio, l’unica in grado forse di ridare una dignità anche alla città, ora tra squadra e vie c’è una bella gara a chi si fa amare e affascina di più. Sul campo non c’è storia, Victor regna sovrano assieme a tutta la squadra che combatte per un solo obiettivo; fuori, la bellezza delle meraviglie conquista chiunque e finalmente se ne vedono i riconoscimenti che arrivano direttamente da New York. Che Napoli fosse un paradiso, meta del viaggio altro che tappa, era da queste parti cosa notissima ma vederlo scritto in un articolo Made in USA ha quel non so che di appagante, che da tempo si aspettava. Che nessuno neghi le mancanze, i drammi, le incombenze e le inciviltà di questa meraviglia chiamata Napoli, per carità, ma per una volta c’è qualcosa di più bello da riconoscere ed ammirare che va al di là persino della già gioia donata da un pallone. Stavolta però il riscatto non passa solo da quel rettangolo verde che pure ne sarà il palco più bello perché tanto atteso. Stavolta un tricolore farà da cornice ad un quadro bellissimo che era già sotto gli occhi di tutti e che forse, sempre stavolta, anche i napoletani stessi impareranno ad apprezzare e soprattutto difendere. Come il Napoli difende la sua porta, sempre più inviolata, così i Napoletani difendano la loro terra, quest’ultima, ahi noi, ancora troppo bistrattata.
di Napoli Magazine
20/03/2023 - 20:04
NAPOLI - A che eravamo rimasti? Ah, sì: al Napoli che vince. Inciampa anche e poi rivince. Anzi, stravince. Che quasi quasi uno 5/6 numeri per giocarseli se li fa anche dare, a proposito del vincere sempre e comunque. Un Napoli mai sazio è quello che oramai invade i campi di ogni città d’Italia e che la sua l’ha già tutta colorata d’azzurro. È l’anno del Napoli che, sarà un caso o forse no, coincide con l’anno di Napoli. E se fino a qualche tempo fa, il riscatto di una metropoli era tutto stipato in una classifica di calcio, l’unica in grado forse di ridare una dignità anche alla città, ora tra squadra e vie c’è una bella gara a chi si fa amare e affascina di più. Sul campo non c’è storia, Victor regna sovrano assieme a tutta la squadra che combatte per un solo obiettivo; fuori, la bellezza delle meraviglie conquista chiunque e finalmente se ne vedono i riconoscimenti che arrivano direttamente da New York. Che Napoli fosse un paradiso, meta del viaggio altro che tappa, era da queste parti cosa notissima ma vederlo scritto in un articolo Made in USA ha quel non so che di appagante, che da tempo si aspettava. Che nessuno neghi le mancanze, i drammi, le incombenze e le inciviltà di questa meraviglia chiamata Napoli, per carità, ma per una volta c’è qualcosa di più bello da riconoscere ed ammirare che va al di là persino della già gioia donata da un pallone. Stavolta però il riscatto non passa solo da quel rettangolo verde che pure ne sarà il palco più bello perché tanto atteso. Stavolta un tricolore farà da cornice ad un quadro bellissimo che era già sotto gli occhi di tutti e che forse, sempre stavolta, anche i napoletani stessi impareranno ad apprezzare e soprattutto difendere. Come il Napoli difende la sua porta, sempre più inviolata, così i Napoletani difendano la loro terra, quest’ultima, ahi noi, ancora troppo bistrattata.