NAPOLI - Ci sono sconfitte e sconfitte, va detto e precisato. Certo, che le vittorie sono un’altra storia, sempre e comunque, e anche questo lo si deve dire. Ma Napoli-Atalanta 2-3, con parziali 0-1/1-1/2-1/2-2/2-3, non è una sconfitta meritata né si può dire che non si è lottato, contro gli avversari certo, ma prima ancora contro la sfiga, quella che ha decimato una squadra che è scesa al Maradona più orfana che altro, a partire dall’allenatore, out per due turni e ai giocatori che sanno fare gol, che sanno fare una differenza che purtroppo è mancata nella gara contro i bergamaschi, a cui va aggiunto anche l’ulteriore amaro di qualche gol sprecato assai, che al 93’ avrebbe veramente fatto una clamorosa differenza, se non fosse stato sprecato, appunto. Il Napoli ha poi lottato finanche contro l’arbitraggio e ciò detto, sarebbe ingiusto e vigliacco puntare il dito contro qualsivoglia degli undici, più cambi (per quanto tempisticamente dubbi), scesi in campo. Il Napoli ora scivola, perde la vetta e diventa terzo dietro le due lombarde entrambe vincenti; ma come si sa, il campionato è più che lungo e se c’è strada da fare per gli azzurri, c’è strada da percorrere anche per chi precede, ragion per cui nessun abbattimenti è in questo momento concepibile, anzi: ora più che mai il Napoli deve alzare la testa e continuare il suo cammino, consapevole delle proprie forze dimostrate contro una squadra come l’Atalanta reduce da un bel po’ di vittorie che giustamente da bestia nera, è venuta a farsi la sua partita ma di certo non ha passeggiato su quel campo che fu di Diego. Il rammarico c’è, è doveroso, soprattutto però perché l’obiettivo anche c’è e molto più che negli ultimi anni, pare più che raggiungibile, più che abbordabile, più che alla portata di questo Napoli. Ma ci sta allo stesso modo anche la sconfitta che al di là delle attenuanti, resta tale, senza cercare alibi di nessun tipo, se da orfani non si riesce a vincere. Ma tant’è. Ora tutto sta nel continuare a crederci, testa bassa e pedalare, come si dice, e guardare in faccia tutte le sfaccettature di questo gioco, per poterlo davvero vincere.
di Napoli Magazine
05/12/2021 - 18:28
NAPOLI - Ci sono sconfitte e sconfitte, va detto e precisato. Certo, che le vittorie sono un’altra storia, sempre e comunque, e anche questo lo si deve dire. Ma Napoli-Atalanta 2-3, con parziali 0-1/1-1/2-1/2-2/2-3, non è una sconfitta meritata né si può dire che non si è lottato, contro gli avversari certo, ma prima ancora contro la sfiga, quella che ha decimato una squadra che è scesa al Maradona più orfana che altro, a partire dall’allenatore, out per due turni e ai giocatori che sanno fare gol, che sanno fare una differenza che purtroppo è mancata nella gara contro i bergamaschi, a cui va aggiunto anche l’ulteriore amaro di qualche gol sprecato assai, che al 93’ avrebbe veramente fatto una clamorosa differenza, se non fosse stato sprecato, appunto. Il Napoli ha poi lottato finanche contro l’arbitraggio e ciò detto, sarebbe ingiusto e vigliacco puntare il dito contro qualsivoglia degli undici, più cambi (per quanto tempisticamente dubbi), scesi in campo. Il Napoli ora scivola, perde la vetta e diventa terzo dietro le due lombarde entrambe vincenti; ma come si sa, il campionato è più che lungo e se c’è strada da fare per gli azzurri, c’è strada da percorrere anche per chi precede, ragion per cui nessun abbattimenti è in questo momento concepibile, anzi: ora più che mai il Napoli deve alzare la testa e continuare il suo cammino, consapevole delle proprie forze dimostrate contro una squadra come l’Atalanta reduce da un bel po’ di vittorie che giustamente da bestia nera, è venuta a farsi la sua partita ma di certo non ha passeggiato su quel campo che fu di Diego. Il rammarico c’è, è doveroso, soprattutto però perché l’obiettivo anche c’è e molto più che negli ultimi anni, pare più che raggiungibile, più che abbordabile, più che alla portata di questo Napoli. Ma ci sta allo stesso modo anche la sconfitta che al di là delle attenuanti, resta tale, senza cercare alibi di nessun tipo, se da orfani non si riesce a vincere. Ma tant’è. Ora tutto sta nel continuare a crederci, testa bassa e pedalare, come si dice, e guardare in faccia tutte le sfaccettature di questo gioco, per poterlo davvero vincere.