NAPOLI - Una volta ci perse lo scudetto. Stavolta ci ha lasciato due punti. A Firenze il Napoli non trova pace, anzi, la pace la perde. Chiariamo: un pareggio non è una sconfitta e uno 0-0 non è una tragedia. Il rammarico, tutto, sta nelle occasioni da gol create, soprattutto in quei primi 30 minuti di gioco, letteralmente volati, in cui il Napoli ha creato tanto, ha proposto tutto, ha finalizzato la qualunque ma senza mai segnare. Mister Ancelotti, oramai orfano di un capitano sempre più con gli occhi a mandorla, qualche carta la rimescola ma il mazzo non dà punti, non quelli sperati almeno e alla fine da quel campo si torna senza aver accorciato granché. Anzi. Il campionato per il Napoli quest’anno è un secondo posto da mantenere, e l’amarezza di una serata come questa di trasferta Fiorentina, è ben diversa dalla tragedia di appena una stagione fa, quando gli azzurri guidati da Sarri, allo scudetto ci credevano e lo persero, si fa per dire, proprio lì in terra Toscana. Ci sta. Ci può stare, parafrasando un altro ex d’eccellenza. Ci sta, però, se il Napoli già fuori dalla Coppa Italia, nella notte dell’Amore saprà portare in alto i cuori, quelli dei tifosi ovviamente, contro gli svizzeri, di formaggio e cioccolato. Perché va bene la grandezza di una squadra e magari anche il suo bel gioco ma alla fine qualcosa poi si dovrà pur vincere. E l’Europa è alla portata di questo Napoli e soprattutto di questa città che piange, asciuga le lacrime e poi le riversa per il suo idolo decennale ora alla volta della Cina. Certo, un trofeo non compensa il dolore di quella perdita, seppur capita e seppur giustificata, ma sarebbe decisamente meglio piangere in una coppa che in un bicchiere monouso, e questo lo si sa.