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G-FACTOR - Lucariello scrive su "NM": "Higuain, resti solo un grande traditore: ora "goditi" l'onda d'urto"
31.03.2017 22:41 di Napoli Magazine

NAPOLI - L'onda d'urto. Dovrà raccomandarsi l'anima al diavolo il Pipita per non crollare sulle gambe quando gli pioveranno addosso i fischi del San Paolo domenica sera. Rimetterà i piedi sulla scena che gli ha fatto da palcoscenico per tre stagioni dandogli modo di trasformarsi nel più grande centrattacco del mondo, dopo le inutili opache annate al Real dove era costretto alla panchina ed a fare da secondo a Benzema. Sì, qui a Napoli era diventato qualcuno, soprattutto il capo dell'orchestra e del coro a fine partita sotto la curva B. Sembrava vero quando saltellava cantando e scatenando la Torcida azzurra con il batticuore a mille. Sembrava vero ma non lo era. Era invece un freddo attore impegnato in una squallida recita interpretativa di un copione ancora più squallido, il presupposto di un orrendo scherzo sulla pelle e nei sentimenti della gente. La stessa gente, prima pazza di gioia, ora gli riverserà addosso fischi e insulti, l'onda d'urto del San Paolo su chi poteva trovare posto accanto ai mitici grandi centravanti della storia azzurra, da Attila Sallustro ad Hasse Jeppson, da Luis Vinicio ad Antonio Careca. Lui, il Pipita Gonzalo non ne è degno. La Torcida Azzurra lo ricorderà soltanto come il "grande traditore".

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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G-FACTOR - Lucariello scrive su "NM": "Higuain, resti solo un grande traditore: ora "goditi" l'onda d'urto"

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31/03/2024 - 22:41

NAPOLI - L'onda d'urto. Dovrà raccomandarsi l'anima al diavolo il Pipita per non crollare sulle gambe quando gli pioveranno addosso i fischi del San Paolo domenica sera. Rimetterà i piedi sulla scena che gli ha fatto da palcoscenico per tre stagioni dandogli modo di trasformarsi nel più grande centrattacco del mondo, dopo le inutili opache annate al Real dove era costretto alla panchina ed a fare da secondo a Benzema. Sì, qui a Napoli era diventato qualcuno, soprattutto il capo dell'orchestra e del coro a fine partita sotto la curva B. Sembrava vero quando saltellava cantando e scatenando la Torcida azzurra con il batticuore a mille. Sembrava vero ma non lo era. Era invece un freddo attore impegnato in una squallida recita interpretativa di un copione ancora più squallido, il presupposto di un orrendo scherzo sulla pelle e nei sentimenti della gente. La stessa gente, prima pazza di gioia, ora gli riverserà addosso fischi e insulti, l'onda d'urto del San Paolo su chi poteva trovare posto accanto ai mitici grandi centravanti della storia azzurra, da Attila Sallustro ad Hasse Jeppson, da Luis Vinicio ad Antonio Careca. Lui, il Pipita Gonzalo non ne è degno. La Torcida Azzurra lo ricorderà soltanto come il "grande traditore".

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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