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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, il coraggio dei sogni"
19.05.2022 21:30 di Napoli Magazine

NAPOLI - Fra poche ore si archivia il campionato dei rimpianti, delle occasioni sprecate, dei gol mancati e degli svarioni difensivi, dei cali atletici e delle disattenzioni in panchina. Delle spaccature tra tifoseria e dirigenza e forse del mal di pancia tra panchina e presidenza al quale sembra aver posto rimedio con due comprese di Buscopan il portiere della reception dell’hotel dove Spalletti e DeLa si sarebbero incontrati. Si chiude una stagione dal cocktail velenoso, dalla cicuta calcistica che neanche la qualificazione in Champions riesce ad addolcire. Penso che il Napoli sia l’unica squadra al mondo che pur essendosi guadagnata la promozione nel parterre de roy europeo, lascia una coda di strascichi e di recriminazioni polemiche che non si ricordano dal dopoguerra. Eppure se per tredici volte consecutive abbiamo avuto diritto a un posto in Europa con una credibilità da far invidia al premier Draghi, vuol dire che certi programmi sono stati rispettati. Il punto è che il tifoso, da sempre abituato a sognare, aspetta da troppo tempo quello che oramai sembra essere diventato un miraggio: quel tricolore che manca da trentadue anni e che questa volta è sembrato alla portata degli azzurri più di quello perso a Firenze 4 anni fa. E invece come una maledizione primaverile ma anche per un principio di assuefazione a quell’Europa che “basta e avanza”, il club mostra un appagamento a differenza del supporter che lungi dall’essere “frustrato”, vuole vincere qualcosa e non solo vedere la propria squadra affacciarsi in Europa per poi uscirne a dicembre o al massimo agli ottavi a febbraio. E allora questa distanza tra club e tifoseria è il gap più grande da colmare all’alba della nuova stagione che partirà il 14 agosto. Non credo che tre mesi siano sufficienti ad accorciare le insofferenze, ma una campagna acquisti all’altezza, un blocco delle cessioni degli uomini più rappresentativi e un chiarimento trasparente sarebbero un buon viatico per negoziare una “pace”. Noi non pretendiamo che il presidente diventi improvvisamente un ultrà. Ma che regali un’emozione e uno spiraglio di ambizioni diverso, a gente che ha l’unico torto di essere mosso dalla fede e dalla passione, sì. Credo sia un legittimo e sacrosanto diritto di chi si abbona alla pay tv, acquista magliette, partite e biglietti allo stadio. E ha diritto a sognare. Non sempre i sogni muoiono all’alba: basta avere il coraggio di inseguirli. I tifosi il coraggio ce l’hanno. Speriamo che dall’altra parte sopravvenga anche la voglia. Alla prossima.

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

19/05/2024 - 21:30

NAPOLI - Fra poche ore si archivia il campionato dei rimpianti, delle occasioni sprecate, dei gol mancati e degli svarioni difensivi, dei cali atletici e delle disattenzioni in panchina. Delle spaccature tra tifoseria e dirigenza e forse del mal di pancia tra panchina e presidenza al quale sembra aver posto rimedio con due comprese di Buscopan il portiere della reception dell’hotel dove Spalletti e DeLa si sarebbero incontrati. Si chiude una stagione dal cocktail velenoso, dalla cicuta calcistica che neanche la qualificazione in Champions riesce ad addolcire. Penso che il Napoli sia l’unica squadra al mondo che pur essendosi guadagnata la promozione nel parterre de roy europeo, lascia una coda di strascichi e di recriminazioni polemiche che non si ricordano dal dopoguerra. Eppure se per tredici volte consecutive abbiamo avuto diritto a un posto in Europa con una credibilità da far invidia al premier Draghi, vuol dire che certi programmi sono stati rispettati. Il punto è che il tifoso, da sempre abituato a sognare, aspetta da troppo tempo quello che oramai sembra essere diventato un miraggio: quel tricolore che manca da trentadue anni e che questa volta è sembrato alla portata degli azzurri più di quello perso a Firenze 4 anni fa. E invece come una maledizione primaverile ma anche per un principio di assuefazione a quell’Europa che “basta e avanza”, il club mostra un appagamento a differenza del supporter che lungi dall’essere “frustrato”, vuole vincere qualcosa e non solo vedere la propria squadra affacciarsi in Europa per poi uscirne a dicembre o al massimo agli ottavi a febbraio. E allora questa distanza tra club e tifoseria è il gap più grande da colmare all’alba della nuova stagione che partirà il 14 agosto. Non credo che tre mesi siano sufficienti ad accorciare le insofferenze, ma una campagna acquisti all’altezza, un blocco delle cessioni degli uomini più rappresentativi e un chiarimento trasparente sarebbero un buon viatico per negoziare una “pace”. Noi non pretendiamo che il presidente diventi improvvisamente un ultrà. Ma che regali un’emozione e uno spiraglio di ambizioni diverso, a gente che ha l’unico torto di essere mosso dalla fede e dalla passione, sì. Credo sia un legittimo e sacrosanto diritto di chi si abbona alla pay tv, acquista magliette, partite e biglietti allo stadio. E ha diritto a sognare. Non sempre i sogni muoiono all’alba: basta avere il coraggio di inseguirli. I tifosi il coraggio ce l’hanno. Speriamo che dall’altra parte sopravvenga anche la voglia. Alla prossima.

 

 

Gino Rivieccio

 

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