BUONI & CATTIVI
BUONI & CATTIVI - Napoli-Palermo, voto 8 a Higuain e Sarri
30.10.2015 20:58 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sette su sette, dunque. Come e più dei cecchini del basket. Non sette spose per sette fratelli, ma sette vittorie nelle ultime sette partite, Europa League compresa. Quote alte, di quelle che fanno girare la testa e fanno star male se non hai fatto decompressione. Sarri da tempo invoca cautela. Fa il mestier suo, il tecnico, acqua sul fuoco della passione e dei sogni scudetto: d’altra parte lui è napoletano e ben conosce vizi e virtù di chi è nato da queste parti. Ci era andato giù duro, parlando di bestemmia quando sentiva la parola ‘scudetto’. Chi se la sente di andar contro lui e la logica (manca una vita…) continui pure, di sicuro Mister Semplicità non gli presterà più attenzione. Col Palermo è andata come ci si aspettava: loro lì dietro a far massa, il Napoli che pressava e gestiva, un’altra partita-prodigio nel più pieno Sarri-style. Una goduria, squadra che fa le cose in apparenza più complicate col sorriso sulle labbra, in scioltezza, in semplicità appunto. Baricentro alto come nessuno in Italia, coperture attente, bunker difensivo, raddoppi, scambi palla a terra, triangolazioni, dai-e-vai, e poi, dalla cintola in su, i Supereroi delle prima linea, soprattutto uno (ci rifiutiamo di specificare, tanto s’è  capito…), che è e resta fuori classifica. Serviva tutto questo e serviva innanzitutto farlo con pazienza. E’ stato fatto.

 

BUONI

 

Higuain 8 – Siamo ripetitivi, è vero, e speriamo anche di restarlo fino alla fine. Ma Lui (sì, con la maiuscola come Maradona) fa pentole e coperchi. S’è calato sempre più nel ruolo di leader e trascinatore, così tanto che ora come ora non riusciamo neppure ad immaginare il Napoli senza. Ha fatto come fa il pappice nel celebre proverbio della costanza e nella testardaggine nel voler bucare la noce che non si lascia spertusare come chi scrive gli aveva chiesto di fare su un altro media. Gioca felice ora, sorride, non s’incazza più come prima se la palla non gli arriva nei tempi e nei modi che vuole, quando s’è accorto che con la collaborazione e gli schemi di squadra picchiava la testa nel muro di gomma siciliano ha detto: scusate, fatevi un attimo in là tutti che me la vedo io. E l‘ha fatto,mettendo in porta l’ennesima angolatissima saetta. Serve altro? Non è Maradona, certo, ma gli piace, gode e fa godere nel prendersi la squadra sulle spalle. Su quel TIR l’impressione è che si possa andare lontano. Dove? Si pensa ma non si dice:   non siamo blasfemi, parolacce sì, bestemmie no.

 

Sarri 8 – Sì, 8 come el Pipita. Per la serena fiducia e testardaggine nell’inseguire il suo sogno, senza frizzi e lazzi, testa bassa e lavorare. Ha sistemato la difesa, ed è un prodigio. Con le spalle forti là dietro ha messo in piedi una squadra di nobiltà tecnica che gioca con l’umiltà e l’applicazione che aveva all’Empoli, dov’era assai più facile operare in un certo senso non avendo Higuain e Albiol ma “Franfelicco” ePutipù”. Solo un piccolissimo appunto: di fronte all’alzata di cresta di Insigne che ha reagito male alla sostituzione, ha detto che ‘o guaglione di Fratta deve chiedere scusa non a lui ma ai compagni. Uno scappellottolo del maestro, anzi d’o Mast ci voleva. Comunque da lui parole poche, smoking e papillon nemmeno, ma il Napoli va, uh se va: la squadra ora come ora più bella d’Italia.

 

Jorginho 7 -  Mille palloni, duemila passaggi, col Palermo ci ha messo anche un migliaio di palle sporche recuperate, lucidate e messe a frutto dal lato opposto. Accipicchia, anche meglio di quel che ricordavamo in quel di Verona, dove pure era padrone e signore del centrocampo.

 

CATTIVI

 

Insigne  s.v. – Sì, Lorenzinho del nostro cuore stavolta è nella parte ‘sbagliata’ della lavagna  di Buoni&Cattivi. Senza voto perché ci sta non per aver giocato male  o sbagliato partita. No, sta qui pur avendo giocato dignitosamente. Sta qui perché cominci a incassare rimbrotti anche da noi che su queste colonne ci siamo sperticati in elogi e che in fondo facciamo il tifo per il profeta in patria.  Il Napoli ha bisogno di lui. Infili il saio: si è profeti in patria anche in umiltà. Il maestro, anzi ‘O Mast, da prendere d’esempio ce l’ha davanti, è quello che insegna: Lorenzo non deve imparare calcio, deve imparare maturità.   

 

 

Paolo Prestisimone

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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BUONI & CATTIVI - Napoli-Palermo, voto 8 a Higuain e Sarri

di Napoli Magazine

30/10/2024 - 20:58

NAPOLI - Sette su sette, dunque. Come e più dei cecchini del basket. Non sette spose per sette fratelli, ma sette vittorie nelle ultime sette partite, Europa League compresa. Quote alte, di quelle che fanno girare la testa e fanno star male se non hai fatto decompressione. Sarri da tempo invoca cautela. Fa il mestier suo, il tecnico, acqua sul fuoco della passione e dei sogni scudetto: d’altra parte lui è napoletano e ben conosce vizi e virtù di chi è nato da queste parti. Ci era andato giù duro, parlando di bestemmia quando sentiva la parola ‘scudetto’. Chi se la sente di andar contro lui e la logica (manca una vita…) continui pure, di sicuro Mister Semplicità non gli presterà più attenzione. Col Palermo è andata come ci si aspettava: loro lì dietro a far massa, il Napoli che pressava e gestiva, un’altra partita-prodigio nel più pieno Sarri-style. Una goduria, squadra che fa le cose in apparenza più complicate col sorriso sulle labbra, in scioltezza, in semplicità appunto. Baricentro alto come nessuno in Italia, coperture attente, bunker difensivo, raddoppi, scambi palla a terra, triangolazioni, dai-e-vai, e poi, dalla cintola in su, i Supereroi delle prima linea, soprattutto uno (ci rifiutiamo di specificare, tanto s’è  capito…), che è e resta fuori classifica. Serviva tutto questo e serviva innanzitutto farlo con pazienza. E’ stato fatto.

 

BUONI

 

Higuain 8 – Siamo ripetitivi, è vero, e speriamo anche di restarlo fino alla fine. Ma Lui (sì, con la maiuscola come Maradona) fa pentole e coperchi. S’è calato sempre più nel ruolo di leader e trascinatore, così tanto che ora come ora non riusciamo neppure ad immaginare il Napoli senza. Ha fatto come fa il pappice nel celebre proverbio della costanza e nella testardaggine nel voler bucare la noce che non si lascia spertusare come chi scrive gli aveva chiesto di fare su un altro media. Gioca felice ora, sorride, non s’incazza più come prima se la palla non gli arriva nei tempi e nei modi che vuole, quando s’è accorto che con la collaborazione e gli schemi di squadra picchiava la testa nel muro di gomma siciliano ha detto: scusate, fatevi un attimo in là tutti che me la vedo io. E l‘ha fatto,mettendo in porta l’ennesima angolatissima saetta. Serve altro? Non è Maradona, certo, ma gli piace, gode e fa godere nel prendersi la squadra sulle spalle. Su quel TIR l’impressione è che si possa andare lontano. Dove? Si pensa ma non si dice:   non siamo blasfemi, parolacce sì, bestemmie no.

 

Sarri 8 – Sì, 8 come el Pipita. Per la serena fiducia e testardaggine nell’inseguire il suo sogno, senza frizzi e lazzi, testa bassa e lavorare. Ha sistemato la difesa, ed è un prodigio. Con le spalle forti là dietro ha messo in piedi una squadra di nobiltà tecnica che gioca con l’umiltà e l’applicazione che aveva all’Empoli, dov’era assai più facile operare in un certo senso non avendo Higuain e Albiol ma “Franfelicco” ePutipù”. Solo un piccolissimo appunto: di fronte all’alzata di cresta di Insigne che ha reagito male alla sostituzione, ha detto che ‘o guaglione di Fratta deve chiedere scusa non a lui ma ai compagni. Uno scappellottolo del maestro, anzi d’o Mast ci voleva. Comunque da lui parole poche, smoking e papillon nemmeno, ma il Napoli va, uh se va: la squadra ora come ora più bella d’Italia.

 

Jorginho 7 -  Mille palloni, duemila passaggi, col Palermo ci ha messo anche un migliaio di palle sporche recuperate, lucidate e messe a frutto dal lato opposto. Accipicchia, anche meglio di quel che ricordavamo in quel di Verona, dove pure era padrone e signore del centrocampo.

 

CATTIVI

 

Insigne  s.v. – Sì, Lorenzinho del nostro cuore stavolta è nella parte ‘sbagliata’ della lavagna  di Buoni&Cattivi. Senza voto perché ci sta non per aver giocato male  o sbagliato partita. No, sta qui pur avendo giocato dignitosamente. Sta qui perché cominci a incassare rimbrotti anche da noi che su queste colonne ci siamo sperticati in elogi e che in fondo facciamo il tifo per il profeta in patria.  Il Napoli ha bisogno di lui. Infili il saio: si è profeti in patria anche in umiltà. Il maestro, anzi ‘O Mast, da prendere d’esempio ce l’ha davanti, è quello che insegna: Lorenzo non deve imparare calcio, deve imparare maturità.   

 

 

Paolo Prestisimone

 

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