BUONI & CATTIVI
L'ANALISI - Prestisimone: "Sarri è l'unica certezza"
19.08.2016 17:17 di Napoli Magazine

NAPOLI - Gesù, fate luce, che nessuno ci ha capito niente. La stagione s’avvia e si contano sulle dita di una mano quelli, tra tifosi, critici, addetti ai lavori, che sanno che faccia avrà il campionato. O meglio, solo su una cosa ci si può scommettere: che la solita corazzata Juve ha non una ma due marce in più, che se non vincerà è perché s’è suicidata sull’altare Champions. Il resto non c’è, semplicemente non c’è. Sì, parliamo delle cortigiane - ma soprattutto parliamo del Napoli che nel cor ci sta, cortigiana numero uno l’anno passato, sulla carta – per carità solo sulla carta (anche stropicciata) che dovrebbe essere cortigiana numero uno anche quest’anno almeno alla pari di Inter e Roma.

Quel che abbiamo in mente, però, fa riferimento proprio al Napoli, al brutto clima che si respira intorno alla squadra, alla passione della sua gente. Facciamo riferimento ai nostri tanti anni romani, all’esperienza di chi scrive, insomma. Il clima assomiglia tanto, ahinoi, a quello che c’era a Roma dopo che Lotito aveva preso le redini del club biancoceleste. Il presidente laziale dal primo momento non riuscì a sintonizzarsi coi suoi tifosi; mentre quelli romanisti sentivano squadra e società che erano cosa “loro”, il club che allora era definito di Tor di Quinto restava il club “de quello lì, der presidente che sta sempre all’Eur, der presidente che vive e frequenta Viale Tupini, la Confindustria, zone chic, che c’ha amici nobili, che nun se mette al livello nostro, del vero laziale de Piazza Vescovio”. Lotito, poi già allora ‘parlava difficile’, pure latino, e faceva riferimenti nobili, poetici, troppo nobili e poetici per il popolo aquilotto.

Da quel brutto avvio il clima è forse perfino peggiorato. La Lazio adesso non deve  battere solo le squadre avversarie ma si deve confrontare con fischi e lazzi dei tifosi “nemici”, ma anche dei suoi, che spesso sono persino più ostili. Vincere, giocar bene, dar soddisfazioni è insomma complicato il doppio.

Scottati da quell’esperienza ecco perché lanciamo l’allarme prima che la stagione parta. Il Napoli ha la forza di giocare bene, di vincere nonostante? Se, appunto, lanciamo l’allarme, credendoci, è perché temiamo fortemente di no, che non abbia la forza di vincere nonostante. Le certezze, che erano poche l’anno scorso quando non si conoscevano l’impatto e le capacità di Sarri e di Higuain, per quel che riguarda il tecnico sono aumentate, ma lasciar per strada un attaccante da 36 gol e non  averlo sostituito con uno almeno potenzialmente alla sua altezza è una scommessa al buio,  che come le scommesse al buio possono essere nella stessa maniera sorprendenti in positivo o in negativo. La polemica in atto sull’aumento del prezzo dei biglietti delle curve è l’ultime variante, è l’autogol che non ci aspettavamo da De Laurentiis che alza il tenore dello scontro tra tifosi e presidente ed è  ennesima mina  vagante sulla strada azzurra.  

Non vogliamo cadere nel tranello di sbilanciarci in un senso o nell’altro. Per ora è difficile se non impossibile; per il tempo che ancora manca alla fine della campagna acquisti e perché abbiamo la sensazione che solo il calcio giocato farà davvero valutare forze in campo ed equilibri. Farà capire se, come crediamo fortemente, ‘O Mast Sarri sia il valore aggiunto, l’usato sicuro che è poi la certezza napoletana, più dell’ex “Gonzalone Nostro”. Con Higuain, per favore, facciamo così: passo e chiudo. Lui è il passato, un passato anche molto bello, ma passato.

 

 

Paolo Prestisimone

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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L'ANALISI - Prestisimone: "Sarri è l'unica certezza"

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19/08/2024 - 17:17

NAPOLI - Gesù, fate luce, che nessuno ci ha capito niente. La stagione s’avvia e si contano sulle dita di una mano quelli, tra tifosi, critici, addetti ai lavori, che sanno che faccia avrà il campionato. O meglio, solo su una cosa ci si può scommettere: che la solita corazzata Juve ha non una ma due marce in più, che se non vincerà è perché s’è suicidata sull’altare Champions. Il resto non c’è, semplicemente non c’è. Sì, parliamo delle cortigiane - ma soprattutto parliamo del Napoli che nel cor ci sta, cortigiana numero uno l’anno passato, sulla carta – per carità solo sulla carta (anche stropicciata) che dovrebbe essere cortigiana numero uno anche quest’anno almeno alla pari di Inter e Roma.

Quel che abbiamo in mente, però, fa riferimento proprio al Napoli, al brutto clima che si respira intorno alla squadra, alla passione della sua gente. Facciamo riferimento ai nostri tanti anni romani, all’esperienza di chi scrive, insomma. Il clima assomiglia tanto, ahinoi, a quello che c’era a Roma dopo che Lotito aveva preso le redini del club biancoceleste. Il presidente laziale dal primo momento non riuscì a sintonizzarsi coi suoi tifosi; mentre quelli romanisti sentivano squadra e società che erano cosa “loro”, il club che allora era definito di Tor di Quinto restava il club “de quello lì, der presidente che sta sempre all’Eur, der presidente che vive e frequenta Viale Tupini, la Confindustria, zone chic, che c’ha amici nobili, che nun se mette al livello nostro, del vero laziale de Piazza Vescovio”. Lotito, poi già allora ‘parlava difficile’, pure latino, e faceva riferimenti nobili, poetici, troppo nobili e poetici per il popolo aquilotto.

Da quel brutto avvio il clima è forse perfino peggiorato. La Lazio adesso non deve  battere solo le squadre avversarie ma si deve confrontare con fischi e lazzi dei tifosi “nemici”, ma anche dei suoi, che spesso sono persino più ostili. Vincere, giocar bene, dar soddisfazioni è insomma complicato il doppio.

Scottati da quell’esperienza ecco perché lanciamo l’allarme prima che la stagione parta. Il Napoli ha la forza di giocare bene, di vincere nonostante? Se, appunto, lanciamo l’allarme, credendoci, è perché temiamo fortemente di no, che non abbia la forza di vincere nonostante. Le certezze, che erano poche l’anno scorso quando non si conoscevano l’impatto e le capacità di Sarri e di Higuain, per quel che riguarda il tecnico sono aumentate, ma lasciar per strada un attaccante da 36 gol e non  averlo sostituito con uno almeno potenzialmente alla sua altezza è una scommessa al buio,  che come le scommesse al buio possono essere nella stessa maniera sorprendenti in positivo o in negativo. La polemica in atto sull’aumento del prezzo dei biglietti delle curve è l’ultime variante, è l’autogol che non ci aspettavamo da De Laurentiis che alza il tenore dello scontro tra tifosi e presidente ed è  ennesima mina  vagante sulla strada azzurra.  

Non vogliamo cadere nel tranello di sbilanciarci in un senso o nell’altro. Per ora è difficile se non impossibile; per il tempo che ancora manca alla fine della campagna acquisti e perché abbiamo la sensazione che solo il calcio giocato farà davvero valutare forze in campo ed equilibri. Farà capire se, come crediamo fortemente, ‘O Mast Sarri sia il valore aggiunto, l’usato sicuro che è poi la certezza napoletana, più dell’ex “Gonzalone Nostro”. Con Higuain, per favore, facciamo così: passo e chiudo. Lui è il passato, un passato anche molto bello, ma passato.

 

 

Paolo Prestisimone

 

Napoli Magazine

 

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