NAPOLI - I tifosi azzurri ospitano il cronista in un loro club ultras e in una sorta di fanta-intervista in dialetto, gli chiedono i ‘dietro le quinte’ del Napoli, storie e fatti privati di spogliatoio e di società, pareri sulla squadra e sul campionato.
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Non se l’aspettava nessuno, almeno per quel che si dice e si legge, tra tv, radio, tv e siti internet. Vai a fidarti dei giornalisti cosiddetti specializzati (cosiddetti da se stessi?). Il 2-1 alla Viola capolista al San Paolo non è stata una vittoria importante e basta. Perché adesso all’improvviso non si ha più vergogna o timore di parlare di scudetto. Non è più una bestemmia. Per carità, manca una vita, i giochi son tutti da fare, la Juve è ancora laggiù, sul ‘lato destro’ della classifica e Milan e Inter sembrano cantieri in corso; ma certo che i 90’ con la Fiorentina hanno riportato il Napoli in prima linea almeno a livello di credito generale. No, non è stata una partita importante e basta; il vostro cronista, nel consueto appuntamento settimanale nel club ultras della sua primissima gioventù, alle Due Porte all’Arenella, dove i tifosi, suoi vecchi, orgogliosi amici lo attendono per commentare (con lui ”che sa”, dicono, li lascio illudersi..), è sommerso dalle domande, spessissimo in dialetto confidenziale, dalle richieste di autografi dei giocatori oltre che da quelle di biglietti, ovvio. Vi racconto com’è andata nell’ultimissima ‘puntata’. Chi scrive è seduto alla scrivania, tutti di fronte a lui. Parola ai soliti portavoce, Pinuccio e Franchetiello: l’ultrà ‘nobile’ Tubetto (l’unico con licenza liceale) controlla che tutto vada bene insieme all’ultimo arrivato, Nello “’o riggiularo”, un altro che dicono la sa lunga. Difatti la, diciamo intervista tifosi-cronista, la chiude lui, come si vedrà.
- Azz’ dotto’, è bastat vattere ‘a Fiorentina e sì so’ accuort’ tutt’ quant’ ‘e nuje? Avite visto?
“Posso dirvi con sicurezza perché faccio parte di loro: noi giornalisti siamo furbastri, come si dice attacchiamo il cavallo dove vuole l’editore, o il direttore. Ora fa comodo alla stampa parlare di Napoli già in corsa per lo scudetto. Fa vendere più copie un titolone di prima pagina e fa più audience cavalcare l’onda dell’entusiasmo magari scrivendo o dicendo cose cui neppure noi crediamo fino in fondo… Perciò il mio consiglio è di non prendere per oro colato appunto un titolo, una parola, una foto che enfatizza…
- Vabbuò, dotto’, amm’ capito: a parte che c’avite spiega’ che vo’ dicere enfatizza. Nel frattempo però dicitece se secondo voi veramente tennimm speranze po’ scudetto ja…
“Diciamo che tutto concorre per dare credito alle vostre - e anche mie - speranze, perché non crediate che noi giornalisti non abbiamo cuore e passioni: solo che dobbiamo tenerle nascoste per non perdere credibilità in chi ci legge”.
- Dotto, scusate, non mi conoscete, so’ Nello, faccio ‘o riggiularo, il piastrellista, mi occupo di pavimentazione da sistemare, o rifare. A proposito, ve serve quaccosa? A voi prezzo specialissimo, meglio nun ‘o truvate. Provare per credere. Dicevo: a me me pare che due come Insigne e Higuain non ‘e ttene nisciuno. Cu lloro se po’ sugnà pure ‘o scudetto, nun site d’accordo?
“Mettere un limite ai sogni è impossibile, sarebbe anche stupido. Siate liberi di sognare gloria e applausi, la coppa e lo scudetto. Non nego che pur con tutta la fredda professionalità cui mi obbliga il lavoro, ultraventennale, io stesso sarei felice e farei festa. Stando ben attento, però, che i miei natali e il mio, chiamiamolo ‘tifo sommerso’ non venga troppo fuori nei pezzi…".
- Nun ve prioccupate, dotto’, nun se vede’ mai. Anzi, dicimm’ quasi mai, va, senno’ vi dispiacete, e nuje ve vulimm troppo bene, da quand’eravate piccirill e jeveme ‘ncopp’ ‘o campett’ a giucà, v’arricurdate no?
Paolo Prestisimone
Napoli Magazine
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